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I don't want to bore you with all the specs of the Sony RX1 R, you can find them everywhere if you are interested in buying one. I only want to share my opinion after four months of use. It's not that I'm shooting every single day, but I had the chance to bring it(her :-)) with me in two occasions. The first time was during a wonderful trekking day along the extraordinary Val Roseg (Roseg Valley) in Switzerland. It's a valley of the Swiss Alps located on the north side of the Bernina Range in the canton of Graubünden (Engadin). The main locality, outside Pontresina on the bottom of the valley, is Roseg (1,999 m) at the end of the main road. This valley is well known because of the various species of birds that fly around you and even come eating on your hands. They are so cute that you would remain there for hours, just looking at them. It was a perfect place to put my brand new Sony RX1 R to work. Yes, its autofocus is not a thunderbolt and sometimes it missed the point, but I could take some nice pictures of these cute birds, even if they were constantly moving. I also had my Nikon D300s with a 70-300 zoom with me, but it didn't function properly. I have to send it to the technical assistance. In other words I had to rely only on the Sony and I don't regret it ;-)
Here is a series of images converted from Raw to Jpeg with some adjustments.
This is only to give you an idea of the sharpness of this incredible camera. In the next post you'll have a look at another beautiful valley, I'm speaking of Valmalenco, in the North of Italy near the Swiss border. Walking with the Sony is such a joy! It's the perfect camera for trekking or hiking, the perfect "mountain camera". Perhaps you could think that a 35 mm lens is a sort of a limit, but I see it as a way to improve my photography style. I love this little camera, a full frame heart closed in such a small body. Of course, there are some cons: the autofocus is not always precise, sometimes you have to fight a little, thers is "only" one fix lens, there isn't any viewfinder. This last toy is an optional, a very costly one, but I can live without it even if I'm accustomed to look through a viewfinder when shooting with my Nikon. So, so and so, if you can live with these (for me) minor drawbacks and with the fact that you have to open the moneybox to buy this camera, it's the perfect camera for you ;-) If you are looking for incredible quality in a small body, you have found it.
]]>If you really want to relax yourself at the feet of a magic and imposing mountain (called Resegone - in English "big saw"- because of the particular shape) and wish to enjoy a wonderful panorama from a 1.345 a.s.l. point of view you have to go to Piani d'Erna. This lovely mountain resort is easily reachable thanks to a cableway that brings you up in no time. To reach the cableway you have to go to Malnago (near Lecco) and then park in the comfortable parking near the cableway station. The following pictures have been taken soon after the first snow of this winter. Enjoy the vision!
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Barzio is a lovely mountain village with about 1321 inhabitants. It is located in Valsassina on the so called "Altopiano Valsassina". The ideal location for a holiday away from the confusion and the smog of the big cities. In summer, it offers a lot of trekking possibilities, from the Grigna mountain with its refuges to the Piani di Bobbio, that you can easily reach thanks to a very comfortable cableway. In winter all ski addicts can benefit from the long ski runs reachable in a few minutes.
Al centro della bella piazza troneggia il fiero leone, monumento ai caduti della guerra. The fierce lion, war memorial, towers in the middle of the beautiful square.
Di seguito alcuni scorci del paese. In succession you can find some views of the village.
Una strada in parte percorribile in auto solo dai residenti collega Barzio al vicino comune di Cremeno, un altro delizioso paese della valle, frequentato sia in estate che in inverno da turisti e amanti della montagna. Lungo tale via semipedonale si possono ammirare delle belle ville. Barzio is connected with the close Cremeno, another lovely village of Valsassina visited by a lot of tourists and mountains lovers both in summer and in winter, through a half-pedestrian road along which it is possible to admire some beautiful villas.
A Barzio la natura è ancora viva, il legame fra l'uomo e la montagna è forte e si possono ancora vedere le mucche pascolare nei prati e non chiuse in stalle troppo strette e troppo buie... Barzio is a paradise also for cows which are free to graze in the green meadows...
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Il nostro viaggio di quest'anno vuole ripercorrere in immagini alcuni luoghi significativi di uno dei periodi più bui della nostra storia. Dalla Germania dell'est alla Polonia, da Berlino fino a Danzica, attraverso alcune delle principali città polacche senza tralasciare i campi di sterminio di Auschwitz, una sorta di pellegrinaggio per non dimenticare... La prima tappa sarà proprio Berlino, da capitale del Terzo Reich, a malinconica testimone di uno degli atti più vergognosi del regime comunista: l'innalzamento del famigerato muro che nel 1961 ha diviso in due per ben 28 anni non solo la città, ma anche tante povere famiglie. Come la Fenice che rinasce dalle sue ceneri, la Berlino di oggi è davvero e letteralmente rinata dalle sue ceneri e si presenta al visitatore come una città moderna e vivace. La guerra e il comunismo sono un pallido ricordo che ha lasciato qua e là dei segni tangibili, ma vivi più che mai nel cuore e nelle menti di chi ha vissuto quell'incubo...
sab 20 - Da Como a Berlino
Sono le 7 in punto quando partiamo con l'immancabile Peugeot per andare alla scoperta di un'altra parte di Europa che non avevamo mai visto, ma che ci ha sempre affascinato: la Polonia. La prima tappa è Berlino. Avevamo già visitato la capitale tedesca nel 2009, ma il nostro viaggio "della memoria" non poteva prescindere da una meta così importante. I km sono 1000 e le ore di viaggio si protraggono fino a diventare 12 e mezza. Arriviamo, infatti, a destinazione alle 19:35. Che stanchezza ragazzi... L'hotel scelto per i due pernottamenti si chiama Transit e si trova in Hagelbergerstrasse, a circa 3 km dal centro della città. Non è malaccio, considerando che è stato ricavato all'interno dei locali di una ex fabbrica. Le camere hanno dei finestroni enormi che, una volta chiusi, permettono di godere della quiete più assoluta. Il bagno è un po' minuscolo, ma per una breve sosta come la nostra va più che bene. La giornata di oggi, tra l'altro caldissima con cielo terso, si conclude presto. Siamo troppo stanchi per uscire. Berlino può aspettare domani...
dom 21 - Berlino
Questa mattina ci siamo alzati di buon'ora, abbiamo fatto colazione alle 7 e alle 7:30 eravamo già in strada, in direzione del centro (ovviamente a piedi, tanto per mantenerci in forma). Cielo azzurro, nemmeno una nuvoletta all'orizzonte, ma come, fa già caldo al mattino presto, non siamo mica a nord? Il clima è proprio cambiato, non c'è dubbio... Camminare è stancante, devo ammetterlo, ma ti permette di vedere scorci e cogliere scene di vita che altrimenti ti sfuggirebbero. I primi scatti sono dedicati così a un edificio particolare, a delle mura piene di graffiti, a una bicicletta abbandonata lungo la strada. La città dorme ancora, è domenica, sono poche le persone che incrociamo frettolose lungo le vie.
Ci dirigiamo verso Potsdamer Platz e lungo il percorso fiancheggiamo una parte di muro rimasto in piedi, che impressione se si pensa a quello che rievoca...
Passiamo poi davanti al Bundesrat e sorprendiamo poco più avanti un poliziotto intento a installare un autovelox volante!
Eccoci ora a Potsdamer Platz, un tempo divisa in due dal muro e oggi uno dei più importanti centri finanziari e affaristici della città. Immortaliamo alcuni scorci vicino alla stazione e alcuni frammenti di muro dipinti, con una rievocazione fotografica e scritta del prima e del dopo. Non siamo soli, una coppia di giapponesi più mattinieri di noi ci ha preceduti!
Il nostro viaggio prosegue fino al memoriale in omaggio agli ebrei caduti in guerra. Si tratta di una serie di costruzioni rettangolari di varie dimensioni e di colore grigio scuro che rievocano delle tombe.
Da lì ci dirigiamo verso la porta di Brandeburgo, l'ultima porta rimasta a Berlino e anche il suo monumento più noto e carico di memorie. Quando la DDR (la Repubblica democratica tedesca) chiuse il confine con Berlino Ovest nel 1961, la Porta di Brandeburgo si trovò improvvisamente nella terra di nessuno, proprio lungo il muro. Quando fu finalmente riaperta il 22 dicembre 1989 divenne il teatro dei festeggiamenti per la libertà.
Dalla Porta di Brandeburgo ci spostiamo verso il vicino Reichstag, sede del Parlamento tedesco, prenotiamo una visita che avrà inizio di lì a due ore circa e ne approfittiamo, nel frattempo, per girare un po' a zonzo. Costeggiamo il fiume, scattiamo qualche foto ai panorami e a qualche spezzone di vita quotidiana, attraversiamo un mercatino dell'antiquariato, dopodiché andiamo verso il duomo. Si tratta di un'imponente costruzione, la più grande cattedrale protestante in Germania. Non abbiamo percorso i 270 gradini che portano alla terrazza panoramica, perché il caldo era davvero allucinante, ma ci siamo accontentati di immortalare l'imponente chiesa dall'esterno.
Siamo tornati poi verso la Porta di Brandeburgo e al Reichstag per la visita che avevamo prenotato della cupola, la nostra seconda visita, ma non per questo meno affascinante. Dopo i controlli di sicurezza di rito, siamo saliti con l'ascensore e ci siamo ritrovati in brevissimo tempo all'interno di questa straordinaria opera architettonica che permette di gettare uno sguardo all'interno del parlamento tedesco. Visita assolutamente da non perdere per chi arrivi nella capitale tedesca.
Scesi dalla cupola la nostra meta successiva è stato il Checkpoint Charlie che per 28 anni ha rappresentato uno dei principali passaggi attraverso il muro di Berlino, riservato a diplomatici, funzionari delle ambasciate e truppe alleate. Che emozione attraversare questa storica linea di confine...
Abbandonato il Checkpoint C andiamo verso Alexander Platz con la Fernseheturm, la torre della televisione alta ben 368 metri. Quanti km abbiamo macinato oggi e che caldo... Lasciamo la piazza, costeggiamo ancora la porta per qualche scatto crepuscolare, ci fermiamo ammirati ad assistere alle evoluzioni di un simpatico gruppo di break-dancer e torniamo verso l'hotel.
Addio Berlino, città dalle mille sfaccettature, teatro di eventi drammatici e oggi resuscitata dalle sue ceneri... Domani si parte per la Polonia.
lun 22 - Da Berlino a Poznań
La nostra prima meta polacca è la città di Poznań. Si trova a circa 265 km da Berlino e ci impieghiamo tre ore esatte per raggiungerla. L'autostrada è pressoché deserta e si paga la tratta al casello di uscita dopo aver ritirato un biglietto a quello di entrata, stile autostrada italiana. L'hotel Moderno, scelto per il pernottamento, è molto "moderno" nel vero senso della parola. Nonostante il nostro arrivo anticipato rispetto al check-in, ci preparano subito la camera e dopo breve attesa possiamo entrare a rinfrescarci. Lo staff è cordiale, ma parco nel dare indicazioni. La receptionist si limita a dirci che possiamo andare in centro con il treno (presumibilmente il tram!), ma senza indicarci di preciso dove andare a prenderlo. Ci incamminiamo a piedi verso la città vecchia (stare miasto), ma dopo un tratto apparentemente lungo, ma in definitiva troppo corto (ma dov'è il centro? Sembrava più vicino... e perché il sole continua a picchiare così implacabile?) decidiamo di affidarci alle amorevoli cure di un taxista che per 25 zloty ci porta alla piazza del mercato vecchio. Che meraviglia! Il municipio che troneggia al suo interno è fantastico ed è circondato da case con facciate in stile gotico, rinascimentale, barocco e neoclassico. Da non perdere le coloratissime "merchant houses" e le chiese circostanti.
Giriamo per le vie del centro storico, poi prendiamo un tram e ci dirigiamo verso la città "nuova" per ammirare la bella cattedrale dalle forme gotiche. Raggiungiamo il laghetto di Malta e riprendiamo poi il tram per tornare nella città vecchia.
Bisogna fare un po' di attenzione quando si esce dalle zone più turistiche, perché si incontrano mendicanti che ti chiedono soldi per strada, ubriachi e individui dall'aspetto non proprio raccomandabile. La povertà è tangibile e, pur essendo la Polonia un paese abbastanza sicuro, è meglio tenere gli occhi aperti. Tornati nella piazza del mercato vecchio ci fermiamo in un ristorantino e ci gustiamo una deliziosa cena all'aperto. Il costo della vita è più basso rispetto all'Italia e anche per mangiare si spende relativamente poco. Ora il problema è come tornare in albergo. Non sappiamo come si chiami la fermata del tram vicino alla nostra via e, nonostante una coppia di polacchi cerchi invano di darci una mano, non ci resta che prendere un altro taxi. Anche questa serata volge al termine. Domani si parte per Breslavia.
mar 23 - Da Poznań a Wrocław (Breslavia)
Stamattina, dopo una lauta colazione, si parte alla volta di Breslavia dove ci fermeremo 2 notti. Sono solo 169 i km che ci separano da questa seconda meta polacca, ma ci vogliono esattamente 3 ore per percorrerli. Il navigatore ci fa passare in mezzo a una serie innumerevole di paesi con limiti di velocità piuttosto ridotti. Attraversiamo distese di grano e granturco e ci rendiamo conto di come i paesini siano piuttosto poveri, le case sembrano molto vecchie e a volte un po' disfatte. Le strade sono per lunghi tratti abbastanza dissestate e qua e là incontriamo degli autovelox segnalatici per fortuna dal nostro valido "coyote"! Ed eccoci a Breslavia... L'ingresso in città non è dei più felici, il Tom Tom ci vuole far svoltare dove non si può, perde a tratti il segnale e il centro è caoticissimo. Infine, giungiamo davanti all'hotel Polonia e ci fermiamo sulla strada per chiedere dove poter parcheggiare. Purtroppo la comunicazione lascia un po' a desiderare, si fatica a farsi comprendere in inglese e dopo alcuni tentativi infruttuosi, finalmente ci capiamo e il ragazzo della reception mi indica dove parcheggiare in attesa che preparino la camera. Ok, ce l'abbiamo fatta!! Entriamo nel ristorante adiacente all'hotel e pranziamo con una bella zuppa di cipolle seguita da bistecca di pollo con contorno di patate e barbabietole. A dire il vero non abbiamo avuto la possibilità di sceglierci il menu e abbiamo mangiato quello che passava il convento! La cucina polacca ha come piatto forte la carne, soprattutto di maiale, e le zuppe, ma stasera cercheremo di trovare una bella pizzeria, chissà come sarà la pizza polacca... Continuate a leggere e lo saprete, ma adesso un po' di riposo. La visita alla città vecchia può aspettare...
Mmmhh... Dove eravamo rimasti? Ah, sì, la pizza! Bene, dopo aver aggiornato il diario di viaggio ed esserci rilassati qualche oretta siamo usciti dall'hotel per dirigerci verso il centro. Che bella cittadina questa Breslavia, tutta pullulante di vita. La strada che porta verso il centro storico con la piazza del mercato è stracolma di persone, un andirivieni unico e tantissima gioventù. Ma la vera sorpresa la troviamo racchiusa nella piazza del mercato della città vecchia: il municipio, credo uno dei più belli di tutta la Polonia, è lì che ci attende in tutta la sua magnificenza di guglie e decorazioni. Ispira quasi soggezione tanto si erge altero e al contempo gioioso nel suo svettare verso il cielo di un blu quasi irreale... Gli edifici che circondano e delimitano la piazza non sono da meno, ricchi e colorati. Clic, clic, clic, impossibile non immortalarli.
E che belle le due case all'angolo nord-ovest della piazza del mercato, sono dette Hansel e Gretel.
Ma non ci limitiamo al centro storico. Vogliamo andare alla ricerca della maestosa cattedrale dalle altissime guglie e per farlo ci dirigiamo verso il fiume che attraversa la città, l'Odra. Ecco la cattedrale, qualche scatto dalla sponda opposta del fiume e poi attraversiamo il ponte e ci avviciniamo.
Bellissima. Non entriamo a visitarla, siamo affamati e torniamo verso il centro alla ricerca della famosa pizzeria. La troviamo, si chiama Capri e si trova nella Galeria Italiana. Entrati, ordiniamo due pizze vegetariane con due birre medie. La pizza non è esattamente come quelle a cui siamo abituati a casa, ma è comunque gustosa e spendiamo l'equivalente di 16 euro... in due! La giornata volge al termine, qualche scatto notturno lungo le vie e rientriamo in hotel. Domani torneremo nella bella piazza del mercato e andremo alla ricerca di qualche nuovo scorcio da fotografare. La prima impressione che ci ha fatto questa vivace cittadina che conta circa 632.000 abitanti è stata ottima.
mer 24 - Wrocław
Dopo una notte piuttosto agitata e trascorsa a cacciare zanzare (gulp!) facciamo colazione e alle 8 siamo pronti per tornare verso il centro. Altra giornata bellissima, con cielo terso e aria fresca nelle zone d'ombra. Non si può desiderare di più... Oggi vogliamo scattare qualche foto inusuale, non i soliti panorami o monumenti, ma scene di vita, luoghi che ci colpiscano per la loro normalità, insomma, fuori dai canoni della foto turistica. È divertente guardare la realtà attraverso il mirino di una fotocamera, ogni cosa assume una veste e un valore diverso. Catturiamo degli attimi, immortaliamo persone, creiamo un reportage.
L'intera mattinata è dedicata a questo e gironzoliamo senza meta fino a mezzogiorno inoltrato per poi tornare al nostro albergo. Pranzo e riposo. Stasera usciremo ancora per la cena e per salutare come si deve questa deliziosa città. Domani si parte per Czestochowa.
gio 25 - Da Wrocław a Czestochowa
Sveglia alle 6:30, oggi lasciamo l'hotel Polonia di Wrocław per raggiungere Częstochowa che si trova circa 260 km più a sud. Abbiamo prenotato un pernottamento in questa cittadina, perché desideriamo andare a visitare Jasna Góra. Su questo rilievo a mt 293 s.l.m. (un centinaio di metri al di sopra della città) si trova un monastero che venne fondato nel 1382 dal duca Ladislao di Opole per dare rifugio ai monaci Paolini cacciati dall'Ungheria. Due anni più tardi agli stessi monaci fece dono della venerata icona della Madonna con il bambino. Non sto a descrivere il resto della storia, mi limito a ricordare che nel 1717 venne effettuata la prima incoronazione della Madonna Nera quale "regina della Polonia". Sulla guancia della Vergine sono visibili due piccoli sfregi che, secondo la tradizione, sarebbero stati fatti appositamente con il bulino in memoria del sacrilego oltraggio avvenuto oltre 300 anni prima ad opera di predoni che assaltarono il monastero, danneggiando il quadro. Centinaia di migliaia di pellegrini accorrono ogni anno da ogni dove per recar omaggio alla Madonna Nera e anche noi desideriamo unirci a loro. Il caldo degli scorsi giorni sembra aver allentato un po' la presa. L'hotel scelto, il Grand, è molto carino, ha un parcheggio privato e gratuito e la receptionist è molto affabile, niente a che vedere con lo staff dell'hotel Polonia che abbiamo lasciato questa mattina. Tra poco usciremo alla scoperta di Częstochowa, stay tuned!
Rieccomi qui... La visita al santuario di Jasna Góra è stata una bella esperienza. Ci siamo avvicinati in auto e abbiamo parcheggiato in una grossa area antistante il sito religioso. Se pensavamo, dato il giorno della settimana, di trovare poche persone ci sbagliavamo di grosso: il luogo era letteralmemte gremito di pellegrini, la maggior parte polacchi e abbiamo faticato ad avvicinarci all'icona della Vergine nera che abbiamo preferito non fotografare per rispetto nei confronti di ciò che rappresenta e dei numerosi fedeli inginocchiati in adorazione. Atmosfera molto mistica in questo fantastico santuario che, imponente, al termine di un lunghissimo viale, domina e al contempo protegge benevolmente la città sottostante.
Dopo aver scattato un po' di foto soprattutto all'esterno e sempre sotto a un sole impietoso, ci siamo diretti verso la città vecchia. Per chi pensasse che Częstochowa non abbia nulla da offrire se non il suo magnifico santuario, si sbaglia di grosso. Vivere un luogo significa addentrarsi anche nei suoi meandri più nascosti, quelli che nessun turista avrebbe voglia di andare a vedere. Ed è lì che si scoprono quei tesori che forse solo l'occhio di chi è abituato a guardare attraverso un mirino sa cogliere. I volti delle persone che ti guardano incuriosite, mentre cammini con una fotocamera al collo, le stradine dissestate, le case molto vecchie e talvolta cadenti, una via in pieno rifacimento, senza manto stradale, ma con dei fantastici lampioni nuovi di zecca.
Chissà come brillerà quando i lavori saranno terminati! Ma le case sono diroccate, sembra di essere a Beirut dopo la guerra e lì, all'angolo, due ragazzine intente a chiacchierare danno un tocco di vivacità a una parte di città altrimenti deprimente.
C'è anche un mercato, entriamo, camminiamo, guardiamo... Quante voci si accavallano le une alle altre... Usciamo e torniamo verso il parcheggio, ripercorrendo a ritroso il bellissimo viale che si diparte dal santuario. È stata una bella giornata, piena e ricca di esperienze. La sera ceniamo in una pizzeria vicino a Jasna Góra e rientriamo poi in hotel. Domani si parte per Cracovia dove rimarremo 3 giorni.
ven 26 - Da Czestochowa a Cracovia
Il tragitto da Częstochowa a Cracovia non è molto lungo e ci impieghiamo circa 3 ore ad arrivare. Il check-in presso l'albergo Florian, scelto per il nostro soggiorno di 3 giorni, parte dalle 14:00 come per la maggior parte di alberghi polacchi, ma speriamo comunque di avere la camera prima del tempo. Non abbiamo fortuna. La dolce donzella che ci accoglie e che parla un inglese quasi perfetto, rammaricata, ci informa che dobbiamo attendere almeno fino alle 12. Dopodiché ci dà tutte le indicazioni per raggiungere il centro in bus. L'albergo in questione è ottimo per la vicinanza alla fermata del bus 129 che porta direttamente in centro davanti alla Galeria Krakowska, un mega centro commerciale che farebbe la gioia di qualsiasi shopping-addict! Ne consigliamo la visita, è pieno zeppo di negozi e si divide su più piani. All'interno del centro sono, inoltre, visibilissime tutte le indicazioni per la città vecchia (stare miasto) e la fermata dei bus/tram. Prima di descrivere le bellezze di Cracovia, vorrei tornare un attimo sull'albergo Florian di cui sopra. Consiglio: non andateci!!! L'unica nota positiva è la vicinanza alla fermata del bus e il parcheggio all'interno dell'hotel. Per il resto, camera piccola, calda, maleodorante e rumorosa. Colazione non eccezionale e... ciliegina sulla torta... non puliscono le camere se non viene espressamente richiesto, mah! A parte questo piccolo incidente di percorso, aggravato dal fatto che, effettivamente, la camera ci è stata data alle 14 in punto (altro che a mezzogiorno) e che siamo stati costretti dopo il giro in centro ad uscire di nuovo per cercare un ristorantino visto che in hotel non davano da mangiare, nonostante il sito di Booking.com dicesse il contrario, Cracovia è una città favolosa! Dalla Galeria Krakowska si arriva in pochi minuti a piedi in centro, ovvero nella piazza del mercato. Già la via che vi conduce là è tutta da ammirare...
Lungo la strada artisti espongono i loro quadri, qua e là qualche cantante improvvisato si esibisce nel suo miglior repertorio speranzoso di ricevere qualche moneta in cambio. E quanta gente gremisce la strada, che bello, ci si sente proprio in vacanza! La vera sorpresa vi aspetta in piazza e abituatevi... se visitate qualche città della Polonia è sempre la piazza della città vecchia a celare i tesori più preziosi. Il municipio è molto bello e anche la Chiesa della Vergine Maria che si affaccia su una piazza enorme, almeno 200 metri quadrati. Le belle carrozze trainate da cavalli bardati a festa vi incanteranno mentre sfileranno davanti ai vostri occhi spalancati di fronte a cotanta bellezza.
Siete a Cracovia, la città del nostro amato papa, ma anche la città del ghetto ebreo, il famoso Kazimierz. Ed è stata questa una delle nostre mete. Ci siamo andati dopo aver visitato dall'esterno la fortezza del Wavel, il bel complesso che sorge a circa 1,2 km dal centro storico e raggiungibile a piedi seguendo la strada che attraversa il parco. Questo colle calcareo alto 25 metri è il luogo più famoso della Polonia. Attualmente vi sorgono il Castello Reale e la Cattedrale. Secondo una credenza diffusa fra gli induisti, come a Gerusalemme, Roma, Velehrad, Delfi, la Mecca e Delhi, anche a Cracovia, sul Wavel, nel cortile del Castello Reale sembra si trovi uno dei sette Chakra della Terra a cui corrispondono i sette centri energetici del corpo umano. La leggenda dice che Shiva avrebbe gettato, in dono all'umanità, sette pietre magiche in sette direzioni diverse e i sette luoghi avrebbero cominciato a irradiare l'energia positiva della divinità. Leggenda a parte, gli induisti ritengono che tali luoghi forniscano una speciale forza spirituale e questo spiegherebbe, perché Cracovia sia sempre uscita indenne dalle più devastanti invasioni, ultima in ordine temporale quella dei nazisti. Per scattare qualche bella panoramica occorre scendere e costeggiare il fiume sottostante, la Vistola.
Dal Wavel ci siamo poi diretti verso il quartiere ebraico alla ricerca di segni del passato. Gli edifici sono piuttosto rovinati e imbrattati, quasi ovunque, da scritte. Sta scendendo la sera, passiamo di fianco alla moschea, giriamo per le vie, all'esterno di una chiesa ebraica si raccoglie un gruppo di persone festanti, probabilmente è appena terminata una cerimonia e i loro volti sono ridenti, le voci gioiose. Gli uomini indossano i tipici copricapo a papalina e anche le donne portano dei cappellini. Vorremmo avvicinarci di più per scattare qualche foto, ma temiamo che possano non gradire e ci limitiamo ad osservare. Ormai è ora di cena, abbiamo perso la cognizione del tempo e ci fermiamo con lo stomaco brontolante in un locale situato di fronte a un antico centro di studi ebraico. Mentre attendiamo la nostra insalatona (p.s. si mangia bene in Polonia!) ci sfilano davanti, in tutta fretta, un gruppo di giovani ebrei, con barba lunga, abito nero a tonaca e copricapo nero. Sono talmente veloci che non facciamo in tempo a rubare nemmeno uno scatto! Mangiamo e torniamo in centro, un'altra bella camminata giusto per smaltire la cena...
Domani ci attende una lunga giornata, la visita ad Auschwitz.
sab 27 - Auschwitz
La visita di oggi ha un enorme valore, è quel viaggio nella memoria che ci ha spinto a scegliere la Polonia quale meta per le nostre vacanze. Abbiamo prenotato una visita guidata, vogliamo sapere, capire, approfondire, andare oltre le poche nozioni storiche. Oggi è dedicato alla visita del museo di Auschwitz, noto anche come Auschwitz 1 e di Auschwitz-Birkenau, i due campi di sterminio più famigerati della storia del nazismo. Qui, fra il mese di giugno del 1940, data in cui venne aperto il campo, e il mese di gennaio del 1945, sono stati deportati e uccisi circa 1.500.000 prigionieri, la maggioranza dei quali ebrei, un vero e proprio sterminio di massa. La visita comincia da Auschwitz 1, quello che era stato un tempo il centro operativo e decisionale delle SS. Chiamiamolo la mente, laddove Auschwitz-Birkenau, a circa 3 km di distanza, era il braccio. Per darvi un'idea delle dimensioni: Auschwitz 1 poteva contenere fino a 16.000 detenuti, Auschwitz-Birkenau 100.000. Inizialmente il campo era stato concepito come carcere per i detenuti polacchi e per i dissidenti, successivamente ha assunto la connotazione che tutti tristemente conoscono, quella di campo di sterminio. Ad Auschwitz 1 venivano eseguiti esperimenti medici di vari tipi. I bersagli erano indiscriminatamente bambini, con una spiccata predilezione per i rom, donne e uomini. Non voglio descrivere le atrocità che la perfetta macchina della morte hitleriana è riuscita ad escogitare e a mettere in pratica. Andare ad Auschwitz significa confrontarsi con una realtà terribile, commuoversi, piangere di fronte alle montagne di capelli, di scarpe, di protesi, di valigie di centinaia di migliaia di poveri innocenti. Proprio i sopravvissuti hanno desiderato che questo campo diventasse un museo. E, infatti, come tale è stato aperto al pubblico subito dopo la fine della guerra, perché la gente vedesse e capisse, perché non debbano più verificarsi simili atrocità. Fa male, è impressionante, ma tutti dovrebbero fare quest'esperienza una volta nella vita. Purtroppo, gli avvenimenti che sono successi fanno parte della nostra storia, ci interessano molto da vicino e non possono lasciare nessuno indifferente. Il nostro accorato omaggio a tutti coloro che hanno fatto le spese della follia umana...
dom 28 - Wieliczka, le miniere di sale
Dopo l'esperienza decisamente impressionante della visita al campo di Auschwitz, abbiamo deciso di concederci qualcosa di più rilassante e di andare a visitare le miniere di sale di Wieliczka, una località poco distante da Cracovia. Le miniere, attualmente in funzione, contano oltre 300 km di percorsi sotterranei, ma il nostro giro si limita a poco più di 3 km e arriveremo a 135 metri di profondità. Abbiamo prenotato una visita guidata con la stessa agenzia che ci ha portato ieri al campo, la Discover Cracow.eu. Nulla da ridire sull'agenzia, solo l'organizzazione ha lasciato un po' a desiderare. I tempi di attesa per la raccolta hotel per hotel di tutti i partecipanti è stata lunghissima, per entrambi i tour. A parte questo inconveniente, possiamo dire che la visita alle miniere è stata interessante. Inizialmente si scende facendo 354 gradini e gradualmente si arriva a un totale di oltre 800. La temperatura è di circa 15 gradi, un bel sollievo dopo il caldo africano di questi giorni. Penso che ci ricorderemo di questo viaggio come del più caldo in assoluto! Durante il percorso sotterraneo si ha modo di entrare in contatto con il sale che ricopre tutte le pareti e si accede a una bellissima cappella, molto ampia e ricca di statue (fra cui quella di papa Giovanni Paolo II). C'è chi si sposa qui, davvero particolare e tutta da ammirare. Al termine del percorso si risale in superficie con un velocissimo ascensore.
Esperienza positiva, ma che non ci sentiamo di consigliare. Potendo riorganizzare la giornata, sarebbe stato preferibile andare a visitare la città "modello" del regime socialista, Nowa Huta, che per ragioni di tempo dobbiamo, purtroppo, escludere dal nostro tour. Rientrati a Cracovia ci siamo concessi un'ultima visita al quartiere ebraico per poi tornare in hotel e, armati di cavalletto, tornare verso la città vecchia per la cena e le ultime foto di Cracovia by night.
Addio Cracovia, una città che rimarrà nel nostro cuore...
lun 29 - Da Cracovia a Varsavia
La nostra meta di oggi è la capitale polacca, Varsavia. Prima di lasciare Cracovia, però, facciamo una piccola deviazione sul percorso per fermarci davanti alla fabbrica di Oskar Schindler, colui che con grande coraggio e astuzia riuscì a salvare la vita di 1200 ebrei destinati alla deportazione ad Auschwitz. Vi lasciamo immaginare l'emozione indescrivibile che abbiamo provato nel trovarci davanti al vecchio stabilimento sulle cui facciate compaiono le fotografie di tutti gli "ebrei di Schindler".
Dopo alcuni scatti alle facciate siamo ripartiti. La strada che separa Varsavia da Cracovia è lunga circa 337 km e arriviamo a destinazione intorno alla 13:45. Il traffico è molto intenso e la prima impressione che abbiamo della città, dopo aver visto l'affascinante Cracovia, non è molto positiva. Il nostro hotel, Il Gromada, è in centro, vicino al bellissimo Palazzo della Cultura e della Scienza (voluto da Stalin).
Da qui ci vogliono circa 15 minuti per arrivare nella città vecchia e la prima impressione negativa si trasforma subito in meraviglia non appena ci si apre davanti agli occhi la bella piazza con i colorati edifici antichi. La meraviglia diventa accorata ammirazione una volta raggiunto il castello reale e la piazza del mercato. Dalle mura si intravede il fiume e lo stadio in lontananza. Meraviglioso è la prima parola che mi viene in mente. Peccato che oggi la temperatura esterna tocchi i 37 gradi e non si riesca a godere appieno di ciò che vedono i nostri occhi. Non ci perdiamo comunque d'animo e giriamo per le vie fino a sera, per poi fermarci in un ristorantino all'aperto e gustare un tipico piatto polacco accompagnato da due belle birre. Torniamo in albergo ripromettendoci di visitare meglio la città il giorno successivo...
mar 30 - Ancora Varsavia
Stamattina sembra che la temperatura sia propizia a un altro bel giro della città. Il termometro è sceso considerevolmente rispetto a ieri, meno male, e il cielo si presenta nuvoloso e a tratti incombente, un cielo "da foto" !!! Decidiamo di visitare la Varsavia ebraica, fedeli al nostro viaggio della memoria. Passiamo ancora una volta attraverso la città vecchia e immortaliamo alcuni angoli caratteristici, pensando con stupore all'enorme lavoro che l'indomita popolazione di questa fiera capitale ha dovuto accollarsi per ricostruire l'intera "old city" dopo che la furia di Hitler per l'insurrezione ebraica del 1944 l'aveva fatta radere al suolo.
Provate a pensare a un intero settore di città, con tutti i suoi tesori più preziosi, raso al suolo, con i sovietici che stavano indifferenti a guardare sull'altra riva del fiume... Questa perla preziosa che è la città vecchia è stata interamente ricostruita basandosi su vecchi dipinti e fotografie antecedenti la distruzione. I lavori di ricostruzione sono terminati nel 1962. Con in mente questi fatti tutto quello che si para davanti agli occhi diventa ancora più straordinario. Ci dirigiamo verso il monumento in memoria dell'insurrezione di Varsavia cui ho accennato poc'anzi.
Da lì andiamo verso il monumento dei caduti nell'est e per terminare alla Umschlagplatz, il memoriale costruito nel luogo in cui venivano chiamati a raccolta gli ebrei del Ghetto di Varsavia per essere caricati sui treni che li avrebbero portati alla morte, nel campo di Treblinka.
La mattinata ormai volge al termine. Torniamo nella città vecchia e approfittiamo dei toni drammatici del cielo per scattare tante foto, a vie, chiese, statue. Bellissimo il palazzo presidenziale che la sera muta colore e che si affaccia sulla Krakowskie Przedmieście, la prestigiosa via che parte dal Castello Reale.
Vogliamo immortalare ogni angolo di questa splendida città. Varsavia si svela poco a poco, non lo fa in modo appariscente e gioioso come Cracovia, ma si lascia scoprire da occhi attenti, pronti ad andare dietro alle apparenze per trovare il suo cuore pulsante.
Ci concediamo poi una bella pizza di fronte al palazzo reale e torniamo in albergo per riposare un po'.
Dopo qualche ora ci armiamo di macchine e treppiedi e andiamo verso il Palazzo della cultura e della scienza. Scattiamo qualche foto anche agli altissimi palazzi circostanti, poi ci dirigiamo verso la stazione e facciamo una capatina nel centro commerciale adiacente.
Beh, chiamarlo centro commerciale è un po' riduttivo, diciamo che è piuttosto un'opera architettonica di gran pregio disposta su più piani. Vale la pena visitarlo, anche solo per i negozi che ci sono all'interno. Il tetto ci ha ricordato la cupola del Reichstag di Berlino. Usciti dal centro commerciale ci siamo incamminati di nuovo verso il centro storico, il cielo era di un colore incredibile, azzurro striato di rosso, si prospettava un tramonto da urlo.
Rapidamente ci siamo avvicinati alla piazza del castello reale, ma siamo arrivati troppo tardi. Abbiamo scattato ugualmente qualche foto e all'alba delle 21 ci siamo seduti finalmente in un ristorantino, lo stesso in cui avevamo cenato il giorno precedente. Stasera ci siamo concessi anche uno squisito dolce alle mele con gelato, mmhhh! Da far resuscitare un morto e noi morti lo eravamo davvero, dalla stanchezza! Ultima serata a Varsavia, abbiamo percorso ancora le viuzze del centro inebriandoci delle luci e dei colori delicati delle case, che bella città... non possiamo che consigliarne la visita. Due giorni sono un po' pochi, ma bastano comunque per visitare le attrazioni principali o comunque quelle a cui si è più interessati.
mer 31 - Da Varsavia a Toruń
Stamattina sveglia alle 5:30, vogliamo partire presto per fermarci al Łazienki Park. Si trova a soli 4 km dal nostro hotel e possiamo fermarci mentre andiamo verso Toruń. Arrivati al parco cerchiamo subito il "palazzo sull'acqua" e scattiamo qualche foto.
La sorpresa non è, però, il palazzo, bensì gli innumerevoli scoiattoli che attraversano il parco lasciandosi avvicinare dalle persone. Sono abituati a prendere il cibo dalle mani e una gentile signora polacca si offre di dare una noce allo scoiattolino che sto cercando di fotografare, per far sì che io possa riprendere la scena.
Che meravigliosi e simpatici roditori, è una gioia vederli così da vicino. Non ci stancheremmo mai di immortalarli, ma è ora di partire e, seppur a malincuore, usciamo dal parco e risaliamo in auto per percorrere i circa 200 km che ci separano dalla nostra prossima meta. Arriviamo a Torun intorno a mezzogiorno, il nostro hotel è proprio nel centro storico. Si chiama Pod Orłem ed è molto vecchio, con arredi antichi. La camera che ci viene assegnata è ampia e la zona tranquilla. Ottimo albergo, lo consigliamo vivamente a chiunque volesse visitare questa deliziosa cittadina. Una volta depositati i bagagli usciamo e giriamo un po' per le vie, ci fermiamo a pranzare in un locale all'aperto e poi decidiamo di salire sulla torre del munipicio trecentesco per una veduta della città a 360 gradi.
Ne vale la pena, il cielo è nuvoloso e minaccia pioggia, i colori appaiono ancora più vividi. Scattiamo un po' di foto per poi discendere e ributtarci nella mischia di chi affolla le strade. Mamma mia, quanta gente, sembra che non esista una cittadina polacca (almeno fra quelle visitate) con strade deserte... e questo in qualsiasi ora del giorno e della sera! Oggi ho anche l'occasione di sperimentare le poste polacche. L'ufficio postale è l'unico luogo in cui sia possibile acquistare francobolli e dopo una fila interminabile (anche le poste sono frequentatissime) riesco ad avere quello che desidero. La giornata ci riserva anche il primo acquazzone di queste vacanze, l'aria si fa frizzante e finalmente riusciamo a camminare senza dover sudare a ogni passo... Le strade rese lucide dalla pioggia e i passanti frettolosi diventano uno spunto per nuove foto.
Dopo aver girato in lungo e in largo ceniamo con una squisita pizza come sempre annacquata da due bei bicchieri di birra poi scendiamo verso il fiume. Il cielo tinto di rosa crea un piacevolissimo contrasto con l'acqua che si riempie di mille riflessi.
Anche questa lunga giornata è terminata. Rientriamo in hotel. Domani si parte per la nostra ultima meta polacca, Danzica.
gio 01 - Da Torun a Danzica
Questa mattina, di buon'ora, siamo ripartiti alla volta di Danzica, la bella città polacca che fu oggetto di contesa fra Russi e Tedeschi e che costituì uno dei motivi scatenanti dell'invasione da parte della Wehrmacht di Hitler del territorio polacco, nonostante i chiari accordi fra i due paesi. Giunti all'hotel Qubus scelto per il pernottamento e vicinissimo al centro storico, parcheggiamo, depositiamo il bagaglio e ci incamminiamo subito verso il porto medioevale. Ad attenderci, in una magnifica giornata di sole e vento con un cielo costellato di nuvolette bianche che giocano a rincorrersi, troviamo una delle più deliziose cittadine che ci sia mai capitato di visitare! Dal ponticello che attraversa la Motlava gli occhi spaziano sull'antico porto, quello che si vede sulle cartoline o sulle guide turistiche, e la vista fatica a saziarsi di cotanta particolare bellezza.
Le forme degli edifici, il vecchio ascensore, il veliero che arriva solcando le acque per fermarsi proprio di fronte a noi.
E ovunque è un brulichio di persone, di voci, di colori. Credetemi, vale la pena di venire qui solo per fermarsi ad ammirare questo incredibile scenario. Anche all'interno non mancano le sorprese. I palazzi, il municipio, le innumerevoli bancarelle che riempiono ogni viuzza con prodotti tipici e non tipici, gli artisti di strada, il mercatino dell'antiquariato.
Inutile dire che Danzica è pane per chiunque ami girare con una fotocamera e noi non abbiamo certo lesinato in scatti. Abbiamo girato in lungo e in largo cercando di riprendere il porto da più angolazioni e andando alla ricerca di spezzoni di vita quotidiana. La lunga giornata non ci ha impedito di uscire anche la sera per qualche bella foto del porto illuminato e la nostra fatica è stata ampiamente ripagata!
Domani lasceremo la Polonia per fare rotta su Lipsia.
ven 02 - Da Danzica a Lipsia
Ultima mattina in Polonia. Sveglia prestissimo per un'altra breve visita della città e per gli ultimi scatti sul porto, poi ripartiamo alla volta di Lipsia, fermandoci a far colazione lungo la strada con uno squisito cappuccio.
Ci dispiace lasciare questo paese così accogliente e dall'ottima cucina. Abbiamo incontrato persone molto cordiali che, nonostante le difficoltà linguistiche, hanno fatto del loro meglio per comunicare con noi. Abbiamo visitato città stupende e ricche di storia, in poche parole... ci siamo sentiti a casa. Sicuramente torneremo, ci sono tante altre località che vorremmo vedere e che abbiamo dovuto escludere dal nostro tour per motivi di tempo. Il nostro percorso "della memoria" ci ha regalato davvero tante emozioni...
Sulla strada del ritorno in Germania incappiamo, purtroppo, in un brutto incidente che ci costringe a restare fermi in colonna per ore sotto un sole cocente, la temperatura esterna segnata dall'auto è pari a 42 gradi, ragazzi, si schiatta letteralmente. Per fortuna arrivano i mezzi di soccorso e pian piano riusciamo a muoverci prima di morire arrostiti! Arriviamo a Lipsia dopo le 19.00 e ormai troppo stanchi per visitare la città. Dopo aver depositato i bagagli usciamo e andiamo in centro, ma fa davvero troppo caldo, non soffia un alito di vento e le piazze sono gremite di gente, ma qui nessuno soffre il caldo? O saremo noi ad essere così stanchi da non riuscire più a tollerarlo? Comunque sia, ci sediamo in una pizzeria all'aperto dove ci servono una pizza appena appena passabile accompagnata da una buona birra, dopodiché giriamo un po' per le vie e rientriamo subito dopo in albergo. Sicuramente anche Lipsia ha delle bellezze da mostrare, ma siamo arrivati troppo tardi per poterle apprezzare... Domani mattina si riparte per tornare a casa.
sab 03 - Da Lipsia a casa
Partenza alle 7 in punto per affrontare l'ultima parte di tragitto, quella che in circa 850 km ci riporterà a casa. La giornata è splendida come tutte quelle che ci hanno accompagnato in questa bella vacanza polacca e il caldo è torrido già di primo mattino. Come avevo già scritto, sicuramente questo viaggio ci resterà impresso anche per essere stato il più caldo in assoluto. La guida sulla Polonia che avevo acquistato parlava di temperature molto più basse e della necessità di vestirsi a "cipolla"! Effettivamente si è trattato di un'ondata di caldo africano eccezionale anche per loro e che ha colpito paesi situati anche molto più a nord, portando per esempio le temperature di Capo Nord a livelli ben superiori alla norma: 28 gradi! Al di là del fattore atmosferico, siamo rimasti affascinati da quello che abbiamo visto ed emozionati fino alle lacrime da quello che abbiamo "sentito" nel visitare alcuni luoghi particolari, mi riferisco in particolar modo al campo di concentramento di Auschwitz. La crudeltà senza fine che traspare ancora oggi da ogni angolo di quel campo sventurato è capace di annichilire il visitatore anche dopo tutti questi anni. Con l'augurio che la storia non debba mai più ripetersi, concludiamo questo diario di viaggio.
Km percorsi: 4250
Voto: 10
Summer time! Here you can find a series of poppy images. Poppies are my favourite flowers, because they anticipate the sunny season and because they make me happy. Enjoy!
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Today I have dedicated a shooting session to my favourite model, my furfriend Lilly! She wasn't that happy, but she posed anyway for me :-)
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"Pictures and Words" is the title given to my new page on "Rebel Mouse", a social media aggregator to which I recently subscribed (for free). I decided to create a page collecting all my posts and photos published on my Facebook pages, Twitter, Flickr and Google +. I have inserted the new page in my Website menu and here you can preview it:
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Thanks to our brother "the Sun" who decided to visit us for a while today, I could take some pictures... Starring bees and lemon flowers :-)
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Thanks to a wonderful Canon EF 100mm f/2.8L Macro IS USM lens that I borrowed together with a Canon 600D, I could do my first experiments in the macro photography world. This gender has always attracted me, but it had remained unexplored till now, because of the lack of a good macro lens. I had done previous attempts with a 70-300 Nikkor, but the result is not exactly the same. Here are some shots, all done without tripod...
Nei prossimi giorni farò altre prove, tempo permettendo...!
In the next days I'll do other shots, weather permitting...!
]]>Nella foto si può vedere il Dott. Triulzi, mentre tiene la sua lezione.
A sinistra della foto la Dott.ssa Luisa Chiapparini, neuroradiologa dell'Istituto Carlo Besta di Milano e a destra la Presidentessa dell'associazione AIMA CHILD, Simona Pantalone Ielmini, instancabile organizzatrice dell'evento. Simona è una persona che ho avuto il piacere di conoscere proprio in occasione di questa giornata e che difficilmente può essere descritta secondo dei canoni tradizionali; è piena di energia e si fa in quattro per aiutare tutti quelli che si rivolgono a lei. Non ha paura di dire apertamente ciò che pensa, pur rischiando, in tal modo, di inimicarsi qualcuno. Difende a spada tratta la causa in cui crede, è un esempio da seguire e un modello oggi in via di estinzione...
Dopo la lezione del Dott. Triulzi, è stata la volta della relazione sulla "Morfometria della fossa cranica posteriore" del Dott. Misao Nishikawa, neurochirurgo della City University Graduate School of Medicine di Osaka, Giappone. Il Dott. Nishikawa non ha purtroppo potuto intervenire personalmente, ma ha inviato la sua relazione e si è poi collegato via Skype in tempo reale con il neurochirurgo dell'Ospedale Meyer di Firenze, Dott. Flavio Giordano, che non soltanto è un ottimo medico e una persona dalle grandi doti umane, ma si è rivelato anche un bravissimo interprete! Di seguito un'immagine con il Dott. Giordano, mentre, dalla platea, risponde alle domande di un partecipante e a seguire un paio di stralci della platea.
Dopo il colloquio via Skype, il convegno è proseguito con la relazione della neuroradiologa Luisa Chiapparini, dell'Istituto Carlo Besta di Milano, che ha integrato la lezione del Dott. Triulzi parlando della diagnostica nella malattia di Chiari. Come già ricordato, la dott.ssa Chiapparini è visibile nella foto in alto, a sinistra del Dott. Triulzi.
Abbiamo successivamente potuto assistere all'intervento della Dott.ssa Valeria Capra, genetista dell'Ospedale Gaslini di Genova, che ha esposto l'interessante argomento della "Genetica e Familiarità" della malattia. La vediamo nella foto sotto, mentre parla.
A sinistra della Dott.ssa Capra è visibile la Dott.ssa Mariangela Farinotti, epidemiologa dell'Istituto Carlo Besta di Milano. La sua relazione mi ha molto colpita. Premetto che la Dott.ssa Farinotti è dotata di una grande dialettica e capacità di esporre gli argomenti con estrema chiarezza, tanto da renderli accessibili anche a un pubblico di neofiti. Dopo aver dato una spiegazione esaustiva degli studi e di come dovrebbero essere condotti per poter dare dei risultati certi, ha parlato del progetto "Chiariamo". Si tratta di un'idea che è nata un paio di anni fa e che dovrebbe favorire l'interazione di tutto il personale medico e scientifico nella lotta contro malattie rare come la sindrome di Chiari. Purtroppo, come sempre accade quando si tratta della sanità, mancano i fondi per poter portare avanti un discorso di questo tipo. Ci sono i fondi per molte altre cose decisamente più irrilevanti, ma quando si tratta di ricerca scientifica e salute... ops, mi scuso per la nota polemica, ma in questo caso era d'obbligo. Nella foto che segue vediamo la dott.ssa Farinotti "in azione" con, al suo fianco, la Dott.ssa Capra e all'estrema sinistra la Dott.ssa Mariapia Onofri, sagace neuropsichiatra dell'ospedale Niguarda di Milano. Tornerò su quest'ultima più avanti.
Doveva poi intervenire la Dott.ssa Maria Alice Donati, pediatra dell'Ospedale Meyer di Firenze, che è stata però sostituita dalla sua collega, la Dott.ssa Elisabetta Pasquini, che potete vedere nella foto sottostante e che ha parlato della "Chiari in associazione con altre patologie". Brillante anche il suo intervento.
La terza sessione del convegno ha visto la partecipazione del medico dello sport della Nazionale di calcio, il Dott. Luca Gatteschi, che si è subito conquistato la simpatia di tutta la platea, grazie al suo simpaticissimo accento toscano e alla battuta iniziale sul voler gestire l'intervento "stando in piedi" e non seduto, perché abituato così fin dai tempi della scuola! Vorrei dedicare un plauso al Dott. Gatteschi per l'interesse e la chiarezza della sua esposizione. Molte delle sue idee hanno riscosso l'accordo di diversi partecipanti, nonché della Dott.ssa Mariapia Onofri che si è subito dichiarata unanime nel ritenere che lo sport debba essere praticato in primis per il piacere di farlo e non perché obbligati e in secondo luogo sul fatto che non esista uno "sport adatto a tutti", esiste invece uno sport adatto a una persona piuttosto che a un'altra. Si sbaglia se si ritiene, a titolo esemplificativo, che il nuoto faccia bene a tutti, a priori. Lo stile a rana, in realtà, è controindicato per chi ha problemi di cervicale, perché va a sollecitare, fra l'altro, proprio quella parte del corpo e per un malato di Chiari che abbia subito la decompressione della fossa cranica non è sicuramente lo stile più idoneo... Questo come altri argomenti hanno attirato l'attenzione della platea e suscitato diverse domande da parte del pubblico.
Nella foto successiva il Dott. Gatteschi con a sinistra il validissimo e simpaticissimo osteopata Tommaso Ferroni, dell'Ospedale Meyer di Firenze e di seguito un'altra foto in cui vediamo sempre l'osteopata Tommaso Ferroni e la dott.ssa Mariapia Onofri e una terza foto con Simona Pantalone Ielmini sulla sinistra, la Dott.ssa Onofri al centro e Tommaso Ferroni a destra.
Nella foto che segue, in primo piano in platea c'è Maria, la madre di Chiara. Chiara è morta nel 2010 a soli 16 anni in seguito a un intervento per malformazione di Chiari con siringomielia. Purtroppo, l'intervento ha comportato delle complicanze non riconosciute dai medici e Chiara dopo poco più di tre settimane se n'è andata. L'intervento di Maria è stato toccante, a lei tutto il mio rammarico e dispiacere per una storia di malasanità come, purtroppo, se ne verificano tante oggi in Italia...
Il convegno è proseguito con l'intervento della Dott.ssa Veronica Saletti, neuropsichiatra dell'Istituto Besta di Milano e della Dott.ssa Onofri, già citata in precedenza. Due figure di spicco il cui contributo è stato incisivo e oltremodo interessante. Di seguito una foto della Dott.ssa Saletti durante la sua relazione e a seguire della Dott.ssa Onofri, già presente in diverse altre immagini.
Un altro contributo di rilievo è stato quello della Dott.ssa Carmen Barba che vediamo alla sinistra della Dott.ssa Onofri. La Dott.ssa Barba, neurologa dell'Ospedale Meyer di Firenze, ha parlato della malformazione di Chiari in correlazione con l'epilessia.
La psicologa Federica Aversa ha poi esposto alcune argomentazioni sull'impatto che l'anomalia di Chiari esercita sulla vita dei pazienti e dei loro cari, prendendo in esame sia gli aspetti psichici che quelli relazionali.
La quinta sessione del convegno ha visto l'intervento del già citato neurochirurgo Flavio Giordano e del neurochirurgo Luigi Sardo, entrambi dell'Ospedale Meyer di Firenze. Entrambe le relazioni hanno toccato punti molto importanti e interessanti. Si è parlato in particolare dei risultati della resezione extra durale del filum. Si tratta di un intervento decisamente meno invasivo rispetto a quello di decompressione cranica e che in diversi casi ha portato alla risoluzione della patologia o, comunque, a dei miglioramenti. Il punto su cui si è insistito in particolare è che l'intervento in questione non preclude poi qualsiasi altro intervento più invasivo, qualora ve ne sia la necessità.
Di seguito alcune immagini del Dott. Giordano e del Dott. Sardo.
L'ultima sessione ha visto la partecipazione di Valeria Fava, membro di Cittadinanzattiva, che ha spiegato come comportarsi per ottenere l'invalidità civile e le esenzioni: quali le leggi e quali i diritti.
Hanno concluso l'evento l'odontoiatra Stefano Frediani, che ha parlato della "Riabilitazione funzionale della bocca", e l'osteopata già citato Tommaso Ferroni che ha parlato dell'approccio osteopatico. Purtroppo, i loro interventi sono stati gli ultimi di una lunga giornata e forse non sono riusciti a catturare tutta l'attenzione che avrebbero meritato, perché la stanchezza ormai si faceva sentire. Peccato, perché le loro esposizioni si sono rivelate estremamente interessanti e hanno toccato dei punti salienti a cui spesso non si pensa. Cito, per esempio, l'intervento del Dott. Frediani sulla stretta correlazione che esiste fra l'apparato nervoso e muscolare della bocca e tutta la persona, in particolare la postura. Una grande attenzione deve essere posta al momento di intervenire sull'apparato dentario, nel caso, ad esempio, di un allargamento del palato mediante appositi apparecchi ortodontici. Agire su quella zona significa, questo per tutti, ma a ben ragione per un malato di Chiari, andare a intervenire su delicatissimi meccanismi che interessano tutta la persona.
Qui il Dott Frediani dietro le quinte, mentre si prepara ad esporre la sua presentazione.
L'osteopata Tommaso Ferroni ha poi concluso con il suo interessante approccio osteopatico alla malattia di Chiari. Dopo l'intervento chirurgico il paziente che accusa ancora dolori, ed è normale che sia così, perché vengono spostate delle fasce muscolari, è un po' lasciato a se stesso. L'operazione è andata a buon fine e il neurochirurgo non ritiene ormai di poter fare altro. A questo punto entra in scena l'osteopata che, se debitamente formato, sa come e dove intervenire per risolvere i cosiddetti problemi secondari. Tommaso Ferroni si sta incaricando di formare altri osteopati, affinché sappiano approcciarsi con le terapie riabilitative corrette ai malati di Chiari.
Il convegno è terminato verso le 20:00. Giornata lunga e faticosa, ma ricchissima di contenuti. La mia impressione personale è stata decisamente positiva. Sottolineo solo il fatto che gli argomenti trattati sono stati, a tratti, di difficile comprensione e più rivolti a un pubblico di medici che non di pazienti, ma, nel complesso, chiari e comprensibili.
Sono onorata di aver potuto partecipare e di aver conosciuto persone di grande umanità, belle dentro e belle fuori.
]]>Mezzacca è una piccolissima frazione di Cassina Valsassina che ha conservato praticamente intatto il suo antico nucleo rurale costituito da poche abitazioni contadine. Gli edifici rustici sono caratterizzati da loggiati lignei sovrapposti che gradualmente si restringono nella parte superiore adattandosi all'inclinazione degli spioventi. Il piccolo abitato si trova su quella che era un tempo l'importante via di comunicazione della Colmine di San Pietro che collegava la Valsassina alla Val Taleggio e alla Valle Imagna.
Paride Cattaneo della Torre nel cinquecento scriveva che qui erano «alloggiamenti da pastori et si chiamano in Mezza aqua per esser siti tra due vallette».
Il paesino si raggiunge imboccando la strada che si trova dietro alla Chiesa di San Giovanni Evangelista, a Cassina Valsassina. Trattandosi di una strada piuttosto stretta, anche se perfettamente asfaltata, è consigliabile avventurarvisi a piedi. Dopo alcuni saliscendi e circa 30/40 minuti di cammino si arriva alla meta. Giunti al piccolo cimitero si può godere di una bella vista sulla Grigna.
Mezzacca is a small village located near Cassina Valsassina which has remained faithful to its ancient rural heritage. It can be reached following the narrow street which starts soon after the Saint John the Evangelist's Church in Cassina Valsassina in about 30/40 minutes walking. Once arrived at the cemetery yoy can enjoy a wonderful view of the Grigna, a mountain massif with an altitude of 2,410 meters (7,907 ft).
Voglio condividere con voi un articolo che ho appena letto su Focus e che mi ha incredibilmente impressionato. Ecco il link all'articolo: Una vita da lupo, sembra una favola, ma è tutto vero...
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Guardate questo bellissimo e divertentissimo video! Look at this beautiful and extremely funny video!
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Vorrei condividere questo bellissimo e struggente video che ho trovato in Internet. Vorrei che lo guardaste fino in fondo e leggeste attentamente il testo... e lo condivideste con quante più persone possibile. Regaliamo anche ai nostri amici animali un futuro migliore, se lo meritano!
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Christmas in in the air and LifePictures wants to offer some images taken from the galleries as free download. This offer is a limited one and expires on december 28th. You can find the images to download here.
Please, note that you are allowed to use them only for personal purposes and not commercial ones.
Natale è nell'aria e LifePictures vuole regalare ai suoi visitatori il download gratuito di alcune immagini tratte dalle gallerie presenti sul sito. L'offerta è limitata e scade il 28 dicembre. Le immagini possono essere scaricate da questo link.
Non è, però, consentito l'uso delle immagini a scopo commerciale. Le stesse potranno essere utilizzate solo a scopo personale.
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Always raining, always confined to my couch, no daily walk with my human friend, no play outside, uaff! This is me...
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Pensavo di non postare più niente per oggi, ma mi sono imbattuta in un altro video bello e commovente. Adoro i cani e il modo in cui sanno approcciarsi con le persone e con i bambini in particolare. Guardate questo bimbo e il suo cane... sono di una tenerezza disarmante.
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Vorrei riportare un articolo che ho letto sul sito "Tuttozampe.com". La storia è commovente e mi piacerebbe condividerla anche su questo blog. Un altro esempio di quanto i cani sappiano essere "umani", spesso molto più delle persone...
"I cani, l’abbiamo detto spesso, hanno un istinto fuori dal comune e talvolta, il loro intervento è davvero provvidenziale, come nel caso del piccolo Kyle Camp, un bambino down di 10 anni, che si era perso nel bosco e che è stato salvato da un’intera famiglia di cani.
Il bambino, infatti, si era allontanato dalla sua casa di Hackleburg, Alabama, assieme ai cuccioli dati alla luce qualche mese fa dalla cagnolina di famiglia. Quando i genitori si sono resi conto della cosa, hanno subito allertato le autorità. Per rintracciare Kyle sono state formate delle squadre, ma complice l’oscurità sempre più fitta, e poi l’arrivo della notte, le ricerche non sono andate a buon fine.
Con il passare delle ore (ne sono trascorse ben 18), i timori dei genitori per la vita del piccolo Kyle crescevano a dismisura, anche perché in questa stagione li notti sono molto umide e fredde. La svolta è arrivata quando è stato deciso di portare nel bosco la cagnolina di famiglia la mattina seguente.
In poco tempo, infatti, è riuscita a fiutare l’odore dei suoi cuccioli e da brava mamma ha condotto le squadre di soccorso dritto dal bambino. I “fuggiaschi” si trovavano non molto distante dall’abitazione, in prossimità di un torrente. I piccoli pelosetti stavano tutti vicini a Kyle per tenerlo al caldo e con ogni probabilità l’hanno salvato dall’ipotermia. Il bambino, naturalmente, era molto spaventato, ma era sano e salvo e dopo una rapida visita in ospedale è potuto tornare a casa.
Kyle Camp e i suoi genitori devono davvero molto ai cuccioli di cane e alla loro mamma, se non fosse stato per loro, infatti, difficilmente avrebbe superato la notte e i giorni a seguire, da solo, senza cibo né acqua e in mezzo ad un bosco. Quando i supereroi non hanno la vista a raggi x, ma la coda e 4 zampe!"
Sia la foto che il testo sono stati tratti da: www.tuttozampe.com
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Diario di un fantastico viaggio della durata di 14 giorni alla scoperta delle bellezze nascoste della Repubblica Ceca e di tre meravigliose capitali europee: Praga, Vienna e Budapest.
sab 04 - Da Senna Comasco a Praga
Partiamo alle 7:00 in punto per la nostra prima destinazione di queste agognate vacanze, la Repubblica Ceca con la sua magica capitale: Praga. Come succede ormai da anni, decidiamo di fare il viaggio in auto e così, riempita la mitica Peugeot 206 (che dopo i quasi 10.000 km del viaggio a Capo Nord dello scorso anno è ben temprata!), ci apprestiamo a percorrere gli 832 km che ci separano dall'hotel in cui pernotteremo per una settimana: l'Extol Inn. Entriamo nella Svizzera tedesca attraverso il Passo di San Bernardino. Da notare che qui la temperatura si aggira sui 13 gradi e troviamo un po' di pioggia, un bel sollievo rispetto al caldo tropicale che abbiamo lasciato a Como! Come sempre il nostro TomTom ci fa attraversare un fazzoletto d'Austria costringendoci ad acquistare la famigerata vignetta (la si può acquistare per un periodo di validità di 10 giorni o 2 mesi). Da lì a poco lasciamo l'Austria per entrare in territorio tedesco, nel Baden Württemberg. Che meraviglia, pascoli e foreste ci danno il benvenuto e ci accompagnano poi attraverso la Baviera in direzione di Monaco e poi Norimberga. Si cominciano a vedere i cartelli che indicano l'avvicinarsi del confine con la Repubblica Ceca. Eccoci entrati, dopo circa 600 km di viaggio, in territorio ceco. Come l'Austria, anche la Repubblica Ceca prevede l'acquisto della vignetta, ossia del bollino autostradale ed è impossibile far finta di non saperlo. Al confine, dove c'era un tempo la dogana ora in disuso, numerosi chioschetti pubblicizzano la vendita del "motorway sticker"! Ci fermiamo al primo chiosco e acquistiamo la vignetta con validità di 10 gg al prezzo di 18 euro, per poi scoprire che il chiosco successivo la vendeva a 16! Bene, ma non finisce qui... Ripartiamo e... Ci perdiamo! Insomma, riusciamo tra mille peripezie degne di un poliziesco a finire dall'altra parte dell'autostrada! Sì, avete capito bene, dobbiamo tornare in Germania per un paio di km per poi riprendere l'uscita giusta e tornare in Repubblica Ceca. Come inizio non è molto promettente, ma non ci scoraggiamo per così poco. Si riparte per Praga! Il paesaggio che ci accompagna fino alla capitale è a tratti collinare, con dolci pendii rivestiti di immense foreste, campi di grano giallo oro e pochissime auto sul percorso, che gioia! Purtroppo, ai lati dell'autostrada si intravedono tracce di animali morti investiti, segno che anche la fauna qui è molto prolifica. Il viaggio che avrebbe dovuto durare 8 o 9 ore al massimo è durato quasi 12 ore, colpa dei lavori perennemente in corso sulle autostrade tedesche. Vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che le autostrade ceche sono abbastanza belle e la velocità massima si attesta normalmente sui 130 km orari. Arriviamo all'hotel alle 18:30. Parcheggiamo all'interno e usciamo subito dopo esserci ripresi un attimo dalle fatiche del viaggio. Siamo un po' lontani dal centro, il che ci obbliga a spostarci in auto. Praga, da quanto possiamo vedere in questa prima serata ha tutto l'aspetto di una città incantata. Attraversata dal fiume Moldava, si presenta al nostro ammirato sguardo in tutta la magnificenza dei suoi fantastici ponti, primo fra tutti il Ponte Carlo (Karlův Most), voluto dal re Carlo IV. Il fascino notturno di questa città è ineguagliabile e la nostra passione fotografica si scatena. Non c'è angolo che non ci appaia degno di essere immortalato. La nostra prima lunghissima giornata si conclude a mezzanotte. Siamo stanchi morti, ma felici di essere approdati in questo gioiello di arte e di cultura.
dom 05 - In giro per Praga
Oggi sveglia alle 6:00 per non perdere nemmeno un minuto di questa straordinaria giornata di sole. Alle 6:30 siamo già nel centro di Praga, o meglio, lungo il fiume che la attraversa, la Moldava. L'ora è propizia per scattare foto prima che il sole sorga e la città sia invasa dai turisti. Raggiungiamo subito il ponte Carlo e immortaliamo i vari scorci panoramici che si godono da quella posizione. Ci sono pochissime persone in giro e, quasi tutte, armate di apparecchio fotografico, che si tratti di reflex, compatta o cellulare, tutti cercano di fissare su pellicola digitale le romantiche vedute che offre la città al mattino.
Dopo circa un'ora e mezza di girovagare torniamo in hotel per la colazione e usciamo poco dopo. Ci dirigiamo verso il centro storico, ci soffermiamo nella piazza della Città vecchia con l'orologio astronomico e poi ci rechiamo a piazza Venceslao.
Più che una piazza assomiglia ad un lungo viale costellato di negozi su ambo i lati e suddiviso internamente da lunghe aiuole. A pranzo mangiamo un'ottima pizza nel ristorante Marina Grosseto e poi ci incamminiamo verso il castello, una costruzione composta da vari palazzi che ospita al suo interno anche la maestosa cattedrale di San Vito e che è raggiungibile a piedi in circa un quarto d'ora dal ponte Carlo.
Da lassù si può godere di una bella vista sulla città, ma il caldo è terribile e non appena scesi torniamo in hotel per un paio d'ore di riposo. Ci aspetta ancora l'uscita serale per alcuni scatti notturni lungo il ponte... La nostra seconda giornata termina ancora a mezzanotte!
lun 06 - Da Praga a Terezìn
Di nuovo sveglia alle 6:00... La nostra meta di oggi è la città di Terezìn o Theresienstadt, dal nome tedesco. Si tratta di un luogo tristemente famoso situato a circa 55 km da Praga. Dal 1941 al 1945 Terezìn è stata ghetto ebreo. Migliaia di ebrei e antinazisti sono passati dal campo di prigionia di Terezìn per essere poi smistati verso altri campi di concentramento. Molti di loro sono morti qui per fame o malattia e alcuni dopo aver sopportato orrende torture. Di fronte all'ingresso è stato allestito il grande cimitero, mentre all'interno del campo, dislocato nella piccola fortezza, sono visibilmente riconoscibili tutti gli alloggi dei prigionieri. A circa 1 km si trova il crematorio, dove venivano cremati i cadaveri dei poveri detenuti. Molte delle urne contenenti le ceneri riposano ora nel prato adiacente.
Ce ne andiamo con un senso di freddo e di profonda amarezza per ciò che la mente di un pazzo criminale sia riuscita a creare: una perfetta macchina della morte nelle cui spire sono finiti migliaia di innocenti. Che serva da monito per le generazioni future...
Torniamo in hotel dopo aver consumato il pranzo in un locale vicino al campo.
La sera ceniamo in hotel con una bella insalata e un immancabile bicchiere di birra. Per oggi la nostra serata si conclude qui.
mar 07 - Karlštejn, Křivoklát, Plzeň
Oggi di nuovo in piedi alle 6:00 per andare a fotografare i ponti di Praga dall'alto. Ci rechiamo come sempre nella città vecchia in auto, parcheggiamo in prossimità del ponte della birra (così l'ho soprannominato per via delle due colonne all'imboccatura del ponte che pubblicizzano la famosa birra ceca, la Pilsner bier), attraversiamo il ponte a piedi in tutta la sua lunghezza e imbocchiamo la scalinata che ci porterà in alto. La vista sulla città da lassù è magnifica. Via con gli scatti!
Dopo esserci sbizzarriti scendiamo e torniamo in hotel a fare colazione, per poi partire subito dopo alla volta di due castelli nelle vicinanze di Praga, si tratta di Karlštejn e di Křivoklát. Il primo dei due si trova a circa 55 km da Praga e per raggiungerlo abbiamo attraversato dei paesini, costeggiato un fiume e ammirato colline e campi di grano, un bel paesaggio rurale.
Dal parcheggio di Karlštejn si sale a piedi (o in pulmino, con carrozza trainata da cavalli e auto con tanto di autista) per circa 2 km e si arriva al castello. L'ingresso è a pagamento, ma noi ci siamo accontentati di ammirarlo e immortalarlo dall'esterno. Carino, ma nulla di particolare...
Già che ci siamo andiamo anche a visitare il castello di Křivoklát, che dista circa 26 km. Si tratta di una costruzione tipo cittadella. All'interno si trovano chioschetti e punti di ristorazione.
Purtroppo il tempo oggi è molto instabile e ci costringe a scendere di corsa per rifugiarci in un ristorante subito sotto al castello. Mangiamo una specie di cotoletta alla viennese con patatine e, ovviamente, birra (analcolica visto che dobbiamo guidare). Terminato il pranzo decidiamo di andare a visitare la città della birra, ossia la famosa Plzeň. Non è molto lontana da dove ci troviamo, sono circa una sessantina di km. Giunti sul posto, individuiamo subito il birrificio, ma preferiamo girare un po' per la città. Bellissima la piazza con la cattedrale.
La nostra visita è breve, siamo piuttosto stanchi e di lì a poco riprendiamo la strada per Praga. Il viaggio di ritorno si rivela piuttosto lungo e noioso. Abbandoniamo l'autostrada per evitare le code dovute ai lavori in corso, ma siamo così costretti ad attraversare una miriade di paesini con il traffico serale di chi torna dal lavoro e i limiti rigorosi del 50 in tutti i paesi.
Arriviamo in hotel intorno alle 18:30. Un attimo di riposo e torniamo nella città vecchia. Saliamo di nuovo nel punto panoramico da cui è possibile scattare delle belle foto serali su Praga e i suoi ponti e dopo una camminata chilometrica ci fermiamo in un ristorante per la cena. Sono ormai le 21:00 e questa lunga giornata piena ci ha letteralmente spossato...
Si torna in albergo.
mer 08 - Praga e il quartiere ebraico
Questa mattina decidiamo di andare nella città vecchia, nella piazza con la torre e l'orologio astronomico. Il cielo è bellissimo, azzurro e punteggiato da nuvolette bianche.
Scattiamo un po' di foto, giriamo per le vie e poi costeggiamo il fiume, fino ad arrivare al palazzo danzante, Fred e Ginger, una strana costruzione che ricorda due ballerini abbracciati.
Ritorniamo poi verso la piazza della città vecchia e saliamo sulla torre da cui si possono cogliere degli straordinari scorci di Praga dall'alto.
Una volta discesi ci rechiamo per il pranzo all'ottimo ristorante Marina Grosseto che si trova lungo il fiume, poco distante dal ponte Carlo.
Come ultima visita della giornata scegliamo il quartiere ebraico, con le moschee e il vecchio cimitero.
La visita, a parte la commozione per le vittime dell'olocausto commemorate nella moschea Pinkas che riporta incisi sulle pareti tutti i loro nomi, non ci ha molto soddisfatto, anche per la mancanza di indicazioni sulla dislocazione delle varie moschee e per la tariffa piuttosto elevata di ingresso.
La giornata si conclude poi in città con cena e un po' di scatti notturni dalla fortezza.
gio 09 - In giro per Praga
Giornata dedicata alla visita approfondita della fortezza di Praga, con il vicolo d'oro dove un tempo gli alchimisti cercavano la formula per ottenere l'oro e la bella cattedrale di San Vito, nonché l'antico palazzo reale.
Entriamo anche nei giardini reali e, terminata la visita, andiamo a mangiare in un locale in cui ci rapinano letteralmente. Consiglio: mai entrare dove non sono esposti i prezzi. La visita di oggi finisce qui. Torniamo in albergo dove ceneremo anche la sera. Abbiamo bisogno di recuperare le forze, in questi ultimi giorni abbiamo macinato parecchi km a piedi e la macchina fotografica è un peso non indifferente!
ven 10 - Da Praga a Kutná Hora
Oggi decidiamo di andare a visitare la cittadina di Kutná Hora che si trova a circa 80 km a sud-est di Praga e che vanta una bellissima cattedrale, la cattedrale di Santa Barbara, patrimonio dell'Unesco. Giunti nella località parcheggiamo vicino al camping Santa Barbara e ci spostiamo a piedi, in compagnia della nostra inseparabile macchina fotografica. Il centro del paese è molto carino, con una bella piazza su cui si affacciano numerosi locali e ristoranti in cui fermarsi a pranzare.
In mattinata visitiamo la cattedrale che si erge in tutta la sua magnificenza di guglie e le rendiamo onore sia internamente che esternamente, coprendola letteralmente di... scatti!!!
Ci fermiamo poi a pranzare in un ristorante che si qualifica come l'unico "vero" italiano della zona e ordiniamo un piatto di gnocchi. Mmmh... Il sapore non è esattamente quello dei nostri gnocchi, ma si lasciano mangiare. Il tutto annacquato ovviamente da un bel bicchiere di birra. Terminato il pranzo gironzoliamo ancora un po' e torniamo poi alla macchina per spostarci nel secondo luogo di intesse della zona, Kostnice, ossia l'ossario che si trova in una frazione di Kutná Hora, Sedlec. Tutto il cosiddetto "arredamento interno" è, ebbene sì, costituito da teschi e ossa umane! Un tantino lugubre, fa impressione quasi rivedere le fotografie...
Il giro è terminato e ci dirigiamo verso il nostro hotel.
La sera, ultima a Praga e nel fantastico hotel Extol Inn che consiglio caldamente a chiunque voglia visitare questa magica città, ci spostiamo ancora una volta nella città vecchia e saliamo al nostro personale belvedere per le ultime foto notturne.
Addio Praga, città fiabesca, tripudio di luci e di colori, con i suoi ponti, le cattedrali, la fortezza e il suo fiume, città di cui innamorarsi e che serberemo nel cuore. Domani si parte per un'altra meta: České Budějovice. Abbiamo prenotato un pernottamento presso la pensione Bohemia, punto d'appoggio per andare a visitare il caratteristico paese medioevale di Cesky Krumlov.
sab 11 - Cesky Krumlov
Questa mattina abbiamo lasciato il nostro confortevole hotel di Praga per scendere verso sud, nella località di České Budějovice, a circa 160 km da Praga e punto di partenza per visitare il paese medioevale e patrimonio dell'Unesco, Cesky Krumlov. Durante il tragitto non abbiamo potuto evitare di fermarci a fotografare un campo di grano. Il cielo drammatico e incombente rappresentava lo sfondo perfetto per questi scatti. Il paesaggio ceco è tutto un susseguirsi di questi panorami, campi di grano giallo oro, boschi, prati...
La nostra sosta successiva è stata il paese di Pisek, deliziosa località adagiata sul fiume Moldava con uno fra i ponti più antichi della Repubblica Ceca. Il centro è molto carino, con una bella piazza e colorati edifici che le fanno da contorno. Giriamo un po' a piedi, poi proseguiamo per la nostra meta.
Ad accoglierci all'hotel Bohemia troviamo un signore dall'aria piuttosto brusca e che parla solo in tedesco, meno male... Riusciamo a capirci e a farci accompagnare nel parcheggio dell'hotel. Bellissimo e confortevole il monolocale che ci è stato assegnato. Un attimo d riposo e si parte per Cesky Krumlov che dista circa 26 km dalla pensione.
Ragazzi, il paese è meraviglioso!
Attraversato dal fiume Moldava e ricco di edifici antichi stupisce il visitatore ad ogni angolo. Le viuzze lastricate celano piacevoli sorprese, ma ad attirare l'attenzione è soprattutto la torre. Stupenda si erge sul paese dominandolo.
Se si ha voglia di percorrere i quasi 160 gradini che portano in cima, offre una veduta a volo d'uccello su Cesky Krumlov. Non è lo stesso effetto della vista dalla torre di Praga, ma è comunque impressionante ammirare il paese dall'alto. Scesi dalla torre percorriamo le vie del paese, scattiamo tante foto e attendiamo il calar della notte per l'effetto luci notturne.
Consumiamo la cena in un delizioso locale spendendo davvero un'inezia, poi ci concediamo in un chiosco all'interno del paese il Trdelnik, un dolce tipico.
Rientriamo in hotel verso le 22:00. Altra giornata piena e ricca di soddisfazioni. Domani si parte per Vienna!
dom 12 - Da České Budějovice a Vienna
Questa mattina abbiamo passeggiato un po' per České Budějovice prima di partire per Vienna. Anche questo paese ha una bellissima piazza su cui si affacciano il municipio e altri edifici piuttosto antichi. Al centro una bella fontana e sulle panchine dei senzatetto che dormono.
Ne abbiamo visti diversi nei paesi visitati. Qui termina il nostro viaggio in Repubblica Ceca. Giudizio decisamente positivo. Si tratta di uno Stato che ha molto da offrire al visitatore. La sua capitale, Praga, è forse la città più magica che abbia visto finora. I paesaggi bucolici infondono un senso di pace e comunione con la natura e le strade che li attraversano sono semideserte. Abbiamo apprezzato la cucina e la cordialità della gente e, debbo ripeterlo, tutto qui è molto più a buon mercato che da noi...
Vienna dista 192 km da České Budějovice e alle 13:00 giungiamo a destinazione, all'hotel Lenas Donau. Pranziamo in un locale sul Danubio e torniamo in hotel per riposare un attimo prima di andare alla scoperta della mitica Vienna. A proposito, in hotel abbiamo acquistato la Wien Karte che dura 72 ore, costa € 19,90 e ci permetterà di usufruire di tutta la rete di trasporti pubblici viennesi, nonché di alcuni sconti su ingressi in musei o altre attrazioni.
Per cominciare, prendiamo la metropolitana, la U-Bahn, e scendiamo a Schwedenplatz, per poi proseguire a piedi verso Stephanplatz dove c'è il duomo in stile gotico di Santo Stefano.
Le sue guglie sono altissime, davvero impressionante come costruzione! Le vie brulicano di gente, facciamo quasi fatica a camminare e il cielo costellato di nuvoloni neri non lascia presagire nulla di buono. Proseguiamo il nostro giro e giungiamo fino al museo d'arte Albertina con vicino la casa delle farfalle, la Schmetterlinghaus che però non visitiamo.
Da lì ci spostiamo sempre a piedi fino a giungere al maestoso Hofburg. Il cielo, dopo averci regalato poc'anzi qualche goccia di pioggia accompagnata da un bellissimo arcobaleno, si presenta ora blu punteggiato da morbide nuvolette bianche. Il sole che sta tramontando illumina l'Hofburg dandogli un tocco di magia. Le foto si sprecano e non siamo i soli...
Ancora quattro passi e prendiamo poi tram e metropolitana per tornare in albergo. Anche oggi la giornata è finita.
lun 13 - Alla scoperta delle bellezze viennesi
Oggi siamo fermamente decisi a non farci sfuggire alcuni degli edifici più caratteristici di Vienna. Con la metro scendiamo a Volkstheater e vediamo, appunto, per prima cosa il teatro. Da lì raggiungiamo il Rathaus, ossia il municipio, straordinario!
Scattiamo le nostre foto di rito cercando le angolazioni migliori e non è facile, ve lo assicuro, data la dimensione dei soggetti da riprendere. Per fortuna mi sono armata di un grandangolo estremo! Vicino al municipio si trova la bella Votivkirche, anch'essa ornata da altissime guglie.
Poco più avanti raggiungiamo il Parlamento, che avevamo già intravisto ieri sera.
È molto particolare con i suoi colonnati e le statue che lo arricchiscono. Una visita dall'esterno merita anche l'università.
Prendiamo il tram D e scendiamo a Schloss Belvedere, una delle mete fotografiche più ambite della giornata! Non ci ha deluso, questa straordinaria reggia è circondata da maestosi giardini interrotti da bellissime fontane, una gioia per gli occhi...
Ma la nostra visita non finisce qui. Ci manca Schloss Schönbrunn, una delle residenze degli Asburgo e della mitica Sissi. Vista la bella giornata, decidiamo di recarci anche lì. Con la metro è facile e comodo arrivarci. La fermata è proprio vicina al castello. Non ci sono parole per descrivere la magnificenza e lo sfarzo di questa residenza reale.
Le 40 sale interne che visitiamo e i giardini esterni sono straordinari... Non si può venire a Vienna senza vedere questo gioiello. Al termine della visita con audioguida usciamo e torniamo in albergo. Dobbiamo riposare, perché ci aspetta ancora la serata!
Vista la bella giornata e il presumibile tramonto rosso fuoco prendiamo la metro e scendiamo a Kaisermühlen. Ci incamminiamo attraverso i palazzi dell'ACV, ossia dell'Austria Center Vienna, che assumono dei riflessi particolari grazie alla luce serale.
Ci dirigiamo verso la Donauturm, una torre alta oltre 200 mt che ci permetterà di ammirare Vienna dall'alto.
Giunti in cima con il velocissimo ascensore restiamo un po' delusi... Soffia un vento gelido e il panorama non ci entusiasma come avevamo sperato. Scattiamo comunque qualche foto e poi scendiamo.
Destinazione Prater! Ebbene sì, non potevamo esimerci dall'entrare nel grande parco cittadino con la maestosa Riesenrad, la ruota panoramica.
Scattiamo qualche foto notturna ripromettendoci di tornare lì il giorno successivo per un giro sulla ruota e nel museo delle cere di Madame Tussauds che è proprio all'interno del parco.
È orma tardi e prendiamo la metro per tornare in hotel.
mar 14 - Ancora Vienna...
Il nostro soggiorno viennese si avvicina al termine. Ci alziamo presto e andiamo a Karlsplatz dove c'è la bellissima chiesa barocca Karlskirche.
Da lì ci spostiamo poi nel Museumquartier, il quartiere dei musei e andiamo alla ricerca del Museo di storia naturale che oggi, purtroppo, è chiuso. La fame comincia a farsi sentire e dopo aver gironzolato un po' decidiamo di prenderci due specie d focacce in un chioschetto lungo la strada. Ci dirigiamo poi verso il centro passando ancora dall'Hofburg. Quanti turisti e quante carrozze trainate da cavalli affollano le strade!
Proprio nelle vicinanze dell'Hofburg ci sediamo in un bar all'aperto e, alla faccia delle calorie, ordiniamo una bella coppa di gelato! Dopo tutti questi km a piedi ce lo meritiamo!
Il giro pomeridiano finisce di lì a poco. Riprendiamo la metro e torniamo in hotel. Ci aspetta ancora la serata per qualche bella foto notturna...
mer 15 - Da Vienna a Budapest
Ieri sera, dopo un'intensa giornata viennese, ci siamo detti: perché non trascorrere un paio di giorni a Budapest? La capitale ungherese dista, infatti, circa 237 km da Vienna e siccome siamo riusciti in questi due giorni e mezzo a visitare le principali attrazioni della bella città sul Danubio blu, la nostra sete di luoghi nuovi da immortalare ci ha spinto a prenotare un pernottamento a Budapest. Partiamo verso le 8:00 del mattino e dopo circa 80 km di autostrada austriaca superiamo il confine con l'Ungheria. Anche qui va pagato il pedaggio autostradale per un soggiorno minimo di 10 giorni. Fortunatamente non ci danno un ennesimo adesivo da appiccicare sul vetro dell'auto (ci sono ancora quelli dello scorso anno, tanto che i poliziotti austriaci al confine hanno fatto fatica a trovare quello di quest'anno!), ma semplicemente uno scontrino da conservare in caso di controllo. Il percorso si è snodato in mezzo ad infinite distese di campi di granturco e di girasoli. La pianura ungherese è ricca di coltivazioni. L'autostrada è bella e con i nostri stessi limiti di velocità. Il check-in in hotel parte dalle 14:00, quindi ci dirigiamo direttamente verso la Citadella, una specie di fortezza arroccata su di una collina da cui si gode di splendide vedute sulla città con il Danubio e i suoi ponti.
Peccato per il cielo un po' lattiginoso, perché il panorama di cui si gode da lassù è stupendo. Paghiamo 5 euro ed entriamo all'interno per visitare il bunker in cui stavano nascosti i tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.
Dopo la visita scendiamo e parcheggiamo in una via vicino al fiume e ci spostiamo a piedi. Faccio notare che ci sono molti parcheggi liberi in città, soprattutto in riva al fiume. Superiamo il ponte dislocato prima del famoso Ponte delle catene (che è probabilmente il più fotografato di Budapest) e ci dirigiamo verso il centro. Quanti turisti e che bella la città. Ci ricorda molto Praga. Ci fermiamo a mangiare in un bar, ma sconsigliamo a tutti di fermarsi su questa via centrale, cosiddetta acchiappaturisti, perché i prezzi delle consumazioni sono davvero alle stelle. Dopo il pranzo andiamo in hotel e rimaniamo un tantino delusi dalla camera minuscola che ci è stata assegnata. Un po' di riposo e ripartiamo armati di macchina fotografica. Dalla riva del fiume si possono ammirare da un lato il magnifico edificio del Parlamento e dall'altro il castello di Budapest e la chiesa di Matthia. Sono belli di giorno, ma quando cala la sera tutto si illumina di mille luci e sembra di essere finiti in un mondo incantato.
La magia di questa visione è indescrivibile... Il ponte delle catene, il Parlamento, il castello, la cattedrale, ragazzi... si resta bocca aperta per lo stupore! La serata ci regala così tante soddisfazioni e almeno 10 km di camminata!! Rientriamo in hotel stanchi morti, ma soddisfatti.
gio 16 - Da Budapest a... Vienna!
Questa mattina decidiamo di andare a visitare il castello di Budapest e saliamo in macchina fino al parcheggio che si trova proprio all'imbocco della fortezza. Ne vale la pena. Oltre alla vista sul fiume e sulla città scopriamo la parte antica di Budapest, con le sue viette e le case in stile antico.
Peccato per il clima decisamente afoso che ci accompagna durante la nostra perlustrazione. Il sole è davvero insidioso e non soffia un alito d'aria. Dopo un paio d'ore scendiamo e troviamo faticosamente per via del traffico cittadino un parcheggio lungo il fiume. Pranziamo in un locale a buon prezzo in cui avevamo già cenato la sera prima e attraversiamo poi a piedi il ponte delle catene per andare verso il centro. Ripercorriamo la via principale inondata, come sempre, di turisti e dopo un buon gelato torniamo verso il parcheggio per ripartire per... Vienna! E sì, il nostro hotel di Vienna era già prenotato fino a stanotte inclusa, quindi rientro in territorio austriaco. Cena a base di Wiener Schnitzel con patatine e birra e rientro in hotel. Domattina si parte presto, ci aspetta il lungo tragitto da Vienna a casa.
Il nostro viaggio ha toccato tre capitali europee, tutte e tre con le loro peculiarità e bellezze. Abbiamo ammirato la magnificenza di Vienna e l'efficienza della sua rete di trasporti, ma ci siamo letteralmente innamorati di Praga e Budapest...
ven 17 - Si torna a casa
Sveglia alle 6:00, si torna a casa. Partiamo alle 7:15 e percorriamo in circa 9 ore e 30 il tragitto di 904 km che da Vienna ci riporta alla base.
Fa caldissimo per tutto il viaggio di ritorno e la stanchezza dei giorni passati si fa sentire, ma siamo soddisfatti. È andato tutto bene, abbiamo visitato luoghi molto belli e scattato un'infinità di fotografie per immortalarli non solo nella nostra mente, ma anche fisicamente.
Km totali percorsi: 3.370
Voto: 10!
"Dopo 10 anni dal terribile attentato terroristico che ha distrutto le Twin Towers e che ha scosso il mondo intero, sono pochi i cani eroi che sono sopravvissuti. Delle diverse centinaia di cani che furono impegnati in maniera diretta nelle operazioni di soccorso, solo pochi sono ancora vivi. Le loro storie sono state raccontate in diversi libri perchè il contributo che hanno dato al ritrovamento delle persone sepolte sotto le macerie è stato fondamentale.
Proprio oggi, in occasione dei 10 anni passati dal crollo, è uscita una raccolta di fotografie i cui soggetti sono i cani eroi, tutti quei cani che hanno partecipato attivamente alle operazioni di soccorso. L’ autrice degli scatti è la fotografa olandese Charlotte Dumas che ha cercato i cani e i loro padroni in tutti gli USA. Lo scopo del libro è di dare un nome e un volto ai cani che hanno lavorato giorno e notte nel World Trade Center.
Si può così conoscere la storia di Moxie e del suo padrone Mark Aliberti, arrivati dal Massachusetts a Ground Zero la sera stessa dell’11 settembre e coinvolti nelle operazioni di soccorso per 8 giorni. Oppure la storia di Kaiser che è arrivato con il suo padrone dall’Indiana. La lista dei gesti eroici compiuti dai cani è lunga, ma fra i tanti episodi commoventi legati a questi cani risalta quello di Servus che lavorò incessantemente per 8 ore tra le macerie e che fu colpito da un arresto cardiaco. I medici riuscirono a risvegliarlo e il cane, appena riprese le forze, ricominciò a fiutare tra le macerie.
Considerarli eroi è il minimo che possiamo fare, anche se i cani sono animali così fedeli all’uomo da seguirlo in ogni situazione, pur tragica che sia. Moltissimi sono i cani che sono morti nei giorni o nei mesi immediatamente successivi all’attentato, la maggior parte per tumori sviluppatisi alle vie respiratorie, probabilmente dovuti ai fumi e ai gas che hanno inalato fiutando giorno e notte in quell’inferno.
In occasione dei 10 anni dall’attentato un pensiero va anche a loro, vittime insieme ai loro padroni della crudeltà umana."
Do animals have rights? Yes, of course. There are but a lot of people who think otherwise. Who think that animals don’t suffer if mistreated only because some of them are silent, some animals have no voice to cry out there pain! Some other people (the so called scientists) think that it’s good to make experiments on animals, because they are aimed to save millions of human lives. Don’t believe them. Most experiments are made at the sole purpose of testing cosmetic products and aren’t necessary at all.
Please, speak against vivisection like Mark Twain (an American author and humorist who died at the age of 74 on April 1910) did. He wrote that among all animals man is the cruellest. He is the only one who make other suffer for the pleasure of doing it. He was right!
I would like to share some videos with you. They come from the Website of Peta and they want to call our attention to the free cruelty inflicted every day and without any reason on a lot of helpless animals.
If we really love animals (do you have a dog, do you love it?), we have to be their voice against all sort of violence and abuses against them. Animals suffer like us, animals love, animals feel...
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Livo is a small mountain village (about 655 m.s.l.) located in the North of Italy, in the Lombardy region. It counts not more than 200 inhabitants and its residential complex is mostly composed by stone houses. Yes, you should see them… old, lovely stone houses, like the ones you have perhaps seen on mountain illustrated books.
You can reach it in more than one way, but the best you can do is travelling along the Como Lake, a wonderful, big water mirror surrounded by magnificent mountains. If you have ever seen a Norwegian fjord, you could imagine to be there, because its shape with these peaks surrounding it reminds to the most beautiful fjord. With my pictures, I want to guide you through this emotional and spectacular experience.
By driving on the road along the lake, you can see the most interesting and impressive panoramas. Be ready with your camera, because at every angle there is something new that will require your attention. One after the other, from Cernobbio to Brienno, Laglio (the location choosen by the American actor George Clooney, who has bought here two villas for his Italian staying), Sala Comacina, Cadenabbia, Menaggio, Tremezzo… a series of colourful villages welcome you with their typical harbours and boats, their narrow streets, the scent and the colours of the lake.
During sunny and calm days, the lake surface is dotted with white and coloured sails. What an incredibile view, the blue of the water which contrasts with the colours of the sails!
As soon as you reach “Gravedona”, you’ll see on your left side the indications for Livo. It will take you another 8 km to reach it, it is the last village of the valley, the road stops here. Before reaching this picturesque residential complex, you have to drive through the village of Peglio, which is located just 2 km from Livo. Please, stop at the Church that welcomes you on the right side of the road. You can see it even from Gravedona, the lake town where you have seen the indications for Livo.
This Church, called Sant’Eusebio, is really something wonderful, it’s a very old one and preserves under its foundations the ossuary. It is worth a visit. From inside the Church you can benefit from a large and extraordinary view onto the Como Lake and the plain below.
After a rest, you can go on driving towards Livo. What you can see just arrived at the village is the big ancient Church, with the high bell tower and the stone houses.
This village, like Peglio, has preserved its ancient rural buildings. If you walk with the Church on the right side, you’ll find on your left side, after about 50 mts., an ancient wash-tub.
During old times, when washing machines didn’t exist, women had to go to these washing-tubs in order to take water for cooking and to wash their clothes. You should go between the houses, walk on the ancient stone pathways, remain in silence and return with your mind to the past, imagine these people struggling for their own and their families’ life to survive to poverty. These were hard times. No matter if it rained or snowed (and snow here was really a problem), they had to walk and reach the peaks of the mountain where they had their cows and sheeps. Now, there are roads, cars, but at those times, there were no roads and every single action was even more difficult.
Think of those people, of those times, of their strength, the strength of mountain people… Only identifying yourself with them, you can experience the real spirit of this small mountain village, where one of the oldest inhabitant is 97 years old and, in spite of the infirmities of old age, has kept such a young spirit and such a pride that she is an example to all the young generations.
]]>Questo è il diario di viaggio di una vacanza incredibile, un tour che ci porta principalmente alla scoperta degli incantati paesaggi norvegesi, ma che fa tappa anche in Finlandia, per poi percorrere sulla via del ritorno tutta la Svezia... Seguiteci e ne vedrete delle belle!
Day 1 - Da Senna Comasco a Rosengarten (1071 Km)
sabato 13 agosto 2011
Oggi, 13 agosto 2011, è incominciata la nostra grande avventura nell'immenso nord. Siamo partiti alle 7 in punto con la nostra Peugeot 206 carica (ma neanche poi tanto) di tutto, o quasi tutto, quello che ci servirà durante il viaggio.
Il fido TomTom ci ha consigliato, come percorso più breve, quello che passa da San Bernardino (Svizzera) per poi costeggiare il piccolo principato del Liechtenstein e attraversare per una cinquantina di km l'Austria, rientrando poi subito in Germania e proseguendo sulla A7/E45 per tutto il tragitto fino al nostro primo hotel a Rosengarten (Germania del nord, vicino ad Amburgo).
La prima tappa di 1071 km è durata 12 ore, il traffico è stato abbastanza scorrevole con alcuni km di coda nella parte iniziale dovuta al rientro dei turisti stranieri dall'Italia e a numerosi rallentamenti per via dei lavori in corso (in perenne svolgimento) su vari tratti autostradali. Per questa prima fase del viaggio sono stati necessari un solo pieno di benzina (ma il secondo lo faremo subito domani mattina prima della partenza) e le due vignette autostradali svizzera e austriaca.
Cena in hotel non propriamente leggera... e tra poco a nanna, perché domani ci aspetta un'altra bella giornata che si concluderà nella città di Göteborg, in Svezia!
Day 2 - Da Rosengarten a Göteborg
domenica 14 agosto 2011
Questa mattina ci siamo svegliati di buon'ora (alle 6:00), abbiamo fatto colazione e abbandonato il carinissimo Hotel Rosengarten per dirigerci verso Puttgarden, località nei pressi di Lubecca, da cui partono i traghetti della Scandilines. La strada porta direttamente al punto di partenza del traghetto (nel nostro caso si trattava di quello per Rødby in Danimarca). Molto comodo l'imbocco, stile casello autostradale e anche il pagamento della tratta è stato veloce (abbiamo speso 86,50 per 2 persone e auto). A proposito, il nostro consiglio è di partire armati di una carta di credito ricaricabile. Noi ne abbiamo scelta una del circuito MasterCard, accettata ovunque e praticissima. Il traghetto per Rødby parte ogni mezz'ora e la tratta dura 45 minuti. Da Rødby ci siamo poi diretti verso la nostra seconda meta, la città di Göteborg in Svezia. Km totali percorsi oggi 660.
Purtroppo nell'ultimo tratto di autostrada abbiamo trovato una pioggia piuttosto violenta che ci ha accompagnato fino a Göteborg. Qui abbiamo effettuato il check-in presso lo Spar Hotel Majorna, abbiamo cenato in un delizioso ristorantino greco sulla stessa via dell'hotel e siamo tornati in camera, abbandonando l'idea di andare a zonzo sotto la pioggia davvero torrenziale. Peccato, avremmo visitato volentieri questa deliziosa città... Domani si parte per la nostra prossima meta... Oslo!
Day 3 - Da Göteborg a Oslo
lunedì 15 agosto 2011
15 agosto, sveglia prima delle 6:00, perché oggi si va a Oslo. Partiamo alle 7:30 sotto una pioggia torrenziale che non ci abbandona già dal giorno precedente e, dopo aver macinato circa 298 km con limiti che variano dai 110 km/h dell'autostrada (E6) ai 90 e 70 della strada statale (in Svezia ci sono alcuni autovelox nei tratti in cui il limite scende a 90 e, brevemente, a 50 nei centri abitati, ma sono tutti ben segnalati), arriviamo nella caotica capitale norvegese e parcheggiamo nei pressi del Palazzo Reale. Continua a piovere, ma scattiamo ugualmente qualche foto. Camminiamo poi a zonzo per un paio d'ore prima di chiuderci in un bar e concederci un piatto di fish and chips. Ci spostiamo poi verso l'albergo per il check-in e un riposino e, gioia immensa, smette di piovere! Siamo pronti ad uscire di nuovo...
Finalmente il tempo ci concede una tregua e, dopo aver parcheggiato, ci incamminiamo verso la zona portuale per andare ad ammirare l'edificio dell'Opera: stupefacente, tutto in vetro e marmo. Salendo si può godere di una bella vista sulla città. Dopo esserci concessi un po' di relax e aver contemplato ammirati una diversa prospettiva di Oslo, scendiamo e torniamo verso il centro. Ci dirigiamo verso il Parlamento e poi, quasi in una sorta di pellegrinaggio, raggiungiamo Akersgata, all'altezza del palazzo del giornale VG, dove il 22 luglio scorso si è verificato l'efferato attentato che ha provocato morti, feriti e tanto terrore. Ormai ne sono rimaste poche tracce, la zona è ancora chiusa ai passanti e vi sono ancora i sigilli della polizia, ma edificio e vetrate circostanti sono stati quasi completamente ripristinati.
Trascorriamo anche la serata a Oslo, pur con una certa apprensione, perché ovunque circolano individui dall'aspetto apparentemente poco raccomandabile... Esausti, ma soddisfatti torniamo al nostro albergo. Un'altra giornata si è conclusa.
Day 4 - Da Oslo a Norheimsund
martedì 16 agosto 2011
La nostra meta di oggi è Norheimsund, piccolo paese all'imbocco del fiordo di Hardanger, il secondo più lungo di Norvegia e il terzo al mondo. Prima di raggiungere il nostro hotel desideriamo, però, provare l'ebbrezza della ferrovia di montagna e chiediamo al nostro navigatore di portarci a Flåm, punto di partenza del famoso treno Flåmsbana, un miracolo tecnologico che, in 20 km di strada, supera un dislivello di oltre 800 mt. Già il percorso della durata di oltre 6 ore che da Oslo ci porta a Flåm è degno di nota: percorriamo stradine di montagna e una lunga strada sterrata immersa in una natura selvaggia e quasi incontaminata. Sembra davvero di essere precipitati in un altro mondo e in un'altra epoca. Ragazzi, credevamo perfino di esserci persi! Lunga e stancante, ma la vista ne è ampiamente ripagata. Un saliscendi infinito che ad ogni curva (e ce ne sono tante!) riserva una sorpresa di ineguagliabile bellezza. Ora capisco perché la Norvegia è così decantata...
Arrivati a Flåm ci accorgiamo con nostro enorme disappunto che la corsa delle 14:50 è già al completo, ma un angelo sotto le vesti di una turista americana ci viene incontro: aveva due biglietti in più da venderci, perché due persone della comitiva non si erano presentate. Cogliamo l'occasione al volo e saliamo finalmente su questo trenino che è stato inaugurato nel 1940, dopo una fase costruttiva durata 20 anni. Bè, che dire, emozionante sì, ma ci aspettavamo qualcosa di più, la vista non ci ha particolarmente impressionato, l'unica sosta degna, secondo me, di nota è stata quella in corrispondenza di un'enorme cascata con tanto di musica e valchiria che si muove sinuosamente sulle acque, per sparire e ricomparire sui massi in mezzo alla cascata.
Terminata l'esperienza della durata di 2 ore si riparte per Norheimsund. La strada è a tratti molto stretta e abbastanza pericolosa per via dei camion che si incrociano e che non pensano nemmeno lontanamente di fermarsi o rallentare! Da segnalare la presenza in più punti di Boomstasjoner automatiche, ovvero punti di pagamento pedaggio stile telepass e per i quali ci arriverà la fattura a casa, visto che non vi è modo di pagare in loco.
Sani e salvi e appagati da cotanta bellezza paesaggistica raggiungiamo il nostro hotel.
Day 5 - Bergen
mercoledì 17 agosto 2011
Oggi tutta la giornata è dedicata alla deliziosa cittadina di Bergen. Percorriamo i 76 km che ci separano dal nostro hotel Sandven di Norheimsund e parcheggiamo proprio all'imbocco di Bergen, nel Parkhus. Comodissimo e vicino al centro da cui lo separano solo qualche centinaio di metri. Siamo fortunati, è una bella giornata (si dice che a Bergen piova 265 giorni all'anno!)e giriamo un po' a zonzo. Visitiamo la famosa Bryggen, il quartiere ai lati del porticciolo con le sue belle case colorate e che, non a caso, è stato inserito dall'Unesco fra i patrimoni dell'umanità. Poi ci rechiamo al variopinto mercato del pesce dove torneremo successivamente a mangiare, ma prima un bel giro in funicolare, per ammirare la città dall'alto. Che meraviglia! Dopo un costoso pasto a base di pesce, giriamo ancora un po' in centro e poi, stanchi ma soddisfatti, torniamo a Norheimsund.
Day 6 - Bergen
giovedì 18 agosto 2011
Si torna a Bergen! E sì, ci manca la crociera sul fiordo che ieri non siamo riusciti a fare. Partenza alle ore 10 con la White Lady, un battello che ci porta a visitare il fiordo su cui è affacciata Bergen e il porto. Durata della mini-crociera: 4 ore. Il tempo inizialmente instabile e piovoso migliora durante il tragitto di ritorno, permettendoci di scattare delle belle foto.
Terminato il giro, andiamo a cercare un posticino in cui mangiare ed entriamo in una pizzeria che sembra molto gettonata. Peccato che dobbiamo aspettare più di un'ora prima che ci servano una pizza non eccezionale e abbastanza caruccia, come del resto tutto qui in Norvegia.
Finito di mangiare torniamo al nostro hotel. Domani si parte per un'altra meta.
Day 7 - Da Norheimsund a Trondheim
venerdì 19 agosto 2011
La tappa di oggi è veloce, ci fermiamo a Trondheim solo per pernottare. Il tragitto è abbastanza lungo, più di 600 km e arriviamo in hotel dopo le 18:00. Giusto il tempo di lasciare i bagagli e fare un giro di un'oretta nel centro città. Le vie brulicano di ragazzi, sembra ci sia una specie di festival e tutta la gioventù si è riunita qui. È una cittadina piacevole, ma non abbiamo purtroppo il tempo di approfondire... Domani ci aspetta un'altra lunga tappa che ci porterà a Rognan, oltre il circolo polare artico!
Day 8 - Da Trondheim a Rognan
Lauta colazione e si riparte! La nostra destinazione odierna è Rognan, oltre il circolo polare artico. I paesaggi che incontriamo durante il percorso sono mozzafiato, devo ammettere di non aver mai visto niente di così bello. Laghi, fiumi impetuosi, montagne rese ancor più drammatiche dal cielo che a tratti incombe minaccioso e a tratti si rischiara, in un gioco di luci e ombre che farebbe la gioia di qualsiasi fotografo naturalista...
Un cartello indica che di lì a 2 km si raggiungerà il circolo polare, che emozione. Giunti sul punto in cui è presente un edificio dalla forma singolare che ospita un negozio di souvenir e un ristobar, ci spostiamo a piedi un po' più sopra per qualche foto dall'alto. Che panorami...
Da notare la bellissima strada semi deserta che ci ha condotto fin lì, la E6. È vero che in Norvegia i limiti sono a volte un po' limitanti e frustranti, ma si è appagati da ciò che si vede ad ogni angolo.
Oggi abbiamo superato la soglia dei 4000 km, non male eh?
Arriviamo al nostro hotel che si affaccia sul mare verso le 18:30. In paese non c'è molto da vedere e noi siamo davvero stanchi. Domani si riparte per le isole Lofoten!
Day 9 - Da Rognan alle Isole Lofoten
Reine
domenica 21 agosto 2011
Stamattina non ci siamo alzati presto come al solito, perché la colazione veniva servita solo dalle 8 in poi. Siamo partiti verso le 8:45 con destinazione Bodø dove si prende il traghetto che porta alle Lofoten, per la precisione a Moskenes. Qualcuno dall'alto ci accompagna con sguardo benevolo, perché arriviamo a Bodø e prendiamo per un soffio il traghetto che era già in attesa e aveva già finito di imbarcare. Il successivo non sarebbe partito prima delle 15!!! Il biglietto si fa appena ci si è imbarcati, costo oltre 700 NOK. Il tempo purtroppo non è dei migliori, non piove, ma è coperto. La traversata dura 3 ore e 30 e arriviamo a destinazione alle 13:30. ci fermiamo al primo paesino, Reine, una vera e propria perla, uno di quei luoghi da
cartolina e riusciamo fortunatamente a scattare qualche foto prima che incominci a povere. Dopodiché tiriamo dritti (con qualche brevissima pausa fotografica, ma piove a dirotto) fino a Svolvær, dove abbiamo prenotato l'hotel. La serata ci regala un bel tramonto, finalmente ha smesso di piovere... Prendiamo l'auto e cerchiamo di raggiungere il punto migliore da cui scattare qualche foto, poi rientriamo in hotel, un'altra lunga giornata volge al termine...
Day 10 - Esplorando le Lofoten
Svolvær, Henningsvær, Ramberg, Nusfjord
lunedì 22 agosto 2011
Ieri, in un negozietto di souvenir che si trova proprio vicino all'attracco della Hurtigruten, la famosa nave che fungeva un tempo da postale e che oggi è adibita alle crociere lungo i fiordi, fino alle isole Svalbard, abbiamo avuto la fortuna di incontrare una coppia di italiani che si è stabilita alle Lofoten da alcuni anni e che guida i turisti alla scoperta degli angoli più reconditi di queste fantastiche isole. I due ci hanno suggerito, cartina alla mano, quali luoghi val la pena di visitare assolutamente, dai paesini caratteristici alle spiagge di sabbia bianca che si affacciano sull'Oceano Atlantico e così siamo partiti in esplorazione. Ci siamo diretti prima verso Henningsvær, un bel paesino di pescatori. Purtroppo il tempo al mattino è stato brutto e piovoso e non abbiamo potuto ammirare i paesaggi in tutto il loro splendore... Dopo Henningsvær abbiamo costeggiato il litorale per poi fermarci a Nusfjord. Non c'era praticamente anima viva in giro, che pace e che caratteristiche le case dei pescatori: si tratta del paese di pescatori più antico e meglio conservato della Norvegia, merita assolutamente una visita! Il sole ci ha degnato di una visita e, rinfrancati, ci siamo diretti verso Ramberg, dove una spiaggia bianchissima e pullulante di pulcinelle di mare ci ha accolto in tutta la sua magnificenza.
Da lì ci siamo spostati a sud verso i paesi di Reine, che avevamo già visto, ma non illuminato dal sole, e Å, il primissimo paese delle Lofoten.
Insomma, oggi ne abbiamo viste di ogni colore, che giornata piena. Ritorniamo verso l'hotel, sempre stanchi, ma tanto soddisfatti.
Day 11 - Sempre Lofoten
Eggum
martedì 23 agosto 2011
Terzo giorno alle Lofoten, ci manca qualcosa... Un po' di trekking! Una delle località consigliateci dalla simpatica coppia di italiani trapiantati in questo paese da sogno si chiama Eggum e si affaccia sull'Atlantico. Qui si trova una vecchia stazione radar che era stata costruita da tedeschi nel 1944, e da cui parte un itinerario a piedi che fra varie difficoltà porta ad un faro. Bene, ci siamo attrezzati di tutto punto, scarponcini, giacche a vento, berretto e sciarpa, vista la temperatura decisamente bassina e il venticello abbastanza insidioso. La prima difficoltà del percorso consiste nell'evitare... gli escrementi delle pecore che vi risiedono. Ragazzi, credetemi, è quasi impossibile camminare senza schiacciare uno di questi souvenir! la seconda difficoltà, che è anche quella che ci ha fatto desistere prima della meta, sono i sassi che costellano il sentiero fino a diventare tanto numerosi da non poter essere evitati. Purtroppo il maltempo dei giorni scorsi e l'umidità presente anche stamattina li hanno resi scivolosissimi. Dopo circa 2 ore di faticosi saliscendi ci siamo arresi, eravamo vicini alla meta, ma la pericolosità ci ha fatto desistere e, come noi, si sono arresi anche altri escursionisti arrivati dopo di noi. Peccato, però la camminata ci ha corroborato.
Day 12 - Dalle Lofoten ad Alta
Alta
mercoledì 24 agosto 2011
Si riparte, è triste dover abbandonare queste fantastiche isole, speriamo di poterci tornare un giorno... La nostra destinazione di oggi è la cittadina di Alta, la nostra base di partenza per l'ambito Capo Nord! Trascorriamo parecchie ore in auto, sono più di 600 km anche oggi, ma, come sempre, la Norvegia non ci delude. Ci scorrono davanti agli occhi dei paesaggi da sogno, belli, selvaggi... Fiordi, fiumi, montagne, mamma mia, non mi stancherei mai di decantarne il fascino. E, finalmente, vediamo le renne!! Solo qualcuna a dir la verità, ma questa visione basta a metterci di buonumore! Finalmente, dopo tanti cartelli che mettevano in guardia contro il possibile attraversamento di uno di questi dolcissimi animali. Sono davvero belle, hanno degli occhi grandi e dolci e corna di varie dimensioni che sembrano vellutate. Sono animali molto timidi e si allontanano velocemente.
Verso il tardo pomeriggio, dopo una deviazione suggerita dal nostro navigatore e che ci obbliga a prendere un altro traghetto, arriviamo finalmente ad Alta. Rimaniamo un po' delusi dall'apparente desolazione, pochissimi negozi (noi credevamo di trovare un sacco di souvenir!) e solo ristoranti piuttosto costosi. Avremmo voluto visitare il museo delle incisioni rupestri, ma è troppo tardi ed è già chiuso. Andiamo in hotel, perché domani ci aspetta un'altra lunga giornata...
Day 13 - Da Alta a Capo Nord a Enontekiö
giovedì 25 agosto 2011
Il viaggio di oggi ci porta a Capo Nord. La distanza da percorrere è di 236 km, ma ci vogliono almeno 4 ore per via dei limiti e della strada, piena di saliscendi e piuttosto esposta nella parte terminale. A ciò si aggiunga il timore di trovare qualche renna in mezzo alla strada dopo ogni curva... Durante il tragitto abbiamo visto parecchi di questi graziosi animali, a volte chiusi in recinti e a volte liberi e non mi stancherò mai di dire quanto siano belli ed eleganti.
È costoso fare questo viaggio, c'è un tunnel a pagamento, lungo circa 7 km e si deve poi pagare per accedere al parcheggio di Capo Nord. Ma non importa, ne vale la pena. Oggi è una giornata straordinaria, di quelle che capitano raramente. Cielo blu terso, un sole spettacolare. Il blu del mare ci accompagna per buona parte del tragitto e quando arriviamo siamo fra i primi, le comitive arriveranno dopo una mezz'ora.
Che emozione, siamo arrivati dove non avremmo mai sperato e rimaniamo senza parole di fronte all'orizzonte blu e infinito che non si riesce ad abbracciare con lo sguardo, tanto è vasto...
Peccato che abbiamo solo un'ora per fermarci, perché ci aspetta un'altra lunga tappa che ci porterà alla nostra destinazione di questa sera, Enontekiö, in Finlandia. Attraversiamo il Finnmark orientale, la terra dei Sami, i cui nuclei maggiori sono concentrati nelle cittadine di Kautokeino e di Karasjok. Vorremmo fermarci, ma il tempo stringe davvero. Da notare come il paesaggio in questa parte della Norvegia sia molto simile a quello che troveremo poi in Finlandia: foreste, laghetti e fiumi, ma il tutto piuttosto piatto, non si vedono più le belle montagne a cui ci eravamo abituati. Addio Norvegia...
Day 14 - Da Enontekiö a Umeå
venerdì 26 agosto 2011
Oggi si riparte anche se lasciamo un po' a malincuore quest'hotel dallo staff estremamente accogliente. Si tratta del Lapland Hotel Hetta, lo consigliamo a chiunque si rechi in questa località. Durante il tragitto ci fermiamo in un negozio di souvenir che incontriamo lungo la strada e finalmente trovo l'agognata statuetta raffigurante una renna, qui ne hanno tante, non come in Norvegia dove si trovavano, ma solo di peluche!
Qualche centinaio di km ed entriamo in Svezia, la nostra tappa di oggi è Umeå. Il percorso è fiancheggiato da foreste che si protraggono all'infinito e nascondono, purtroppo, ciò che si cela dietro ad esse, laghetti, fiumi e quant'altro. Dopo i Paesaggi da cartolina norvegesi, restiamo un po' delusi da questa monotonia. Km e km di boschi...
Nel tardo pomeriggio arriviamo ad Umeå, ci riposiamo un attimo e usciamo a visitare la città. Il centro è carino, sembra una località molto tranquilla a ridosso del fiume Ume. Non c' è traffico e le vie non sono affollate. Ci ricorda un po' Ulm, in Germania.
Bella, ma la visita finisce presto, perché, come al solito, siamo stanchi morti!! I km fatti cominciano a farsi sentire...
Day 15 - Da Umeå a Stoccolma
sabato 27 agosto 2011
La tappa di oggi è Stoccolma, la bella capitale svedese, e ci arriviamo dopo un'altra bella tirata di oltre 600 km, ormai siamo abituati a queste distanze... Pensare che prima ci spaventava farle solo per andare in vacanza e ora di può dire che ogni giorno maciniamo con noncuranza tutti questi km... Arriviamo a Stoccolma verso le 16:30, il tempo di fare il check-in e siamo già in strada. Non vogliamo perdere nemmeno un minuto, sono tante le cose da vedere e abbiamo a disposizione soltanto un giorno e mezzo per farlo! Il nostro hotel si trova ad oltre tre km dal centro, quindi dobbiamo farci una bella passeggiata per raggiungere la Gamla Stan, ossia la città vecchia, il bel centro storico di Stoccolma, che pullula di vita. Le viuzze sono piene di ristorantini, bar, negozi di souvenir e letteralmente invase da turisti provenienti da ogni dove.
Andiamo subito a vedere il palazzo reale, davvero imponente anche se un po' troppo squadrato per i nostri gusti, e poi il municipio, bellissimo. Gironzoliamo per le vie e ci fermiamo poi a mangiare in un locale costipato di gente... Mamma mia che caldo! A proposito, mi dimenticavo di scriverlo, la temperatura dal nord al sud è drasticamente cambiata, siamo passati da 12 a 25 gradi con un tasso di umidità del 100%! Come si stava bene oltre il Circolo Polare Artico!!! Il vento ha però spazzato via le nuvole, i colori del cielo sono bellissimi e scattiamo qualche foto in notturna prima di rientrare, faticosamente, alla base.
Day 16 - In giro per Stoccolma
domenica 28 agosto 2011
Stamattina ci siamo alzati con la pioggia, ma poco male, perché tanto l'intenzione è di andare a visitare il famoso Vasa Museum, quello che è stato costruito intorno alla più grande nave da guerra vichinga mai ripescata dal fondale marino. La camminata di ieri ci ha un po' sfiancato e non abbiamo intenzione di ripetere l'esperienza, visto che poi ci muoveremo comunque a piedi in centro. Decidiamo, quindi, di prendere la metropolitana, la cui fermata si trova a circa 100 metri dal nostro hotel. Scendiamo a pochi metri dall'isolotto su cui si trova il museo, il cui costo di ingresso è di 110 SEK a testa. Ne vale a pena. La nave, che è rimasta sul fondale marino per oltre 300 anni, è stata restaurata alla perfezione e appare davvero imponente. Belle e interessanti anche le scene di vita vichinga ricostruite nei locali del museo.
Usciti dal museo ci dirigiamo di nuovo verso il cento storico, scattiamo qualche foto e pranziamo, per poi tornare in metropolitana al nostro albergo. Dobbiamo riposare un po', domani ci aspetta un'altra lunga tappa che ci porterà nella cittadina di Malmö, l'ultima fermata in Svezia.
Day 17 - Da Stoccolma a Malmö
lunedì 29 agosto 2011
Un'altra giornata di viaggio, oggi ci aspettano circa 7 ore di guida per poter raggiungere la nostra ultima tappa svedese, ossia la città di Malmö. Come al solito ci alziamo presto, anzi prestissimo, prima delle 6:00! Non ci dispiace lasciare l'hotel che ci ha ospitato in questi due giorni a Stoccolma... Troppo caldo, camera angusta e personale non molto accogliente. Durante il viaggio si cominciano ad intravvedere i paesaggi che ci ricordano tanto la Danimarca: campi di grano di un acceso color giallo oro che creano un incredibile contrasto con il verde della vegetazione circostante, un cielo cosparso di nuvole che si rincorrono, mutando continuamente nella forma e nel colore, che meraviglia!
Oggi abbiamo superato la soglia degli 8.000 km, wow!
Arriviamo a Malmö alle 14:12 e restiamo stupiti dalla temperatura, 16 gradi con vento freddo di forte intensità (faceva più caldo a nord anche se i gradi erano inferiori...). ma non sarà certo un po' di brezza nordica a fermarci! Dopo aver chiesto una mappa della città alla reception, risaliamo in auto e ci dirigiamo per prima cosa verso la Turning Torso, un palazzo molto alto e tutto ritorto, che strano... Poi ci dirigiamo verso il centro storico e ad accoglierci troviamo delle belle vie con edifici antichi, come già avevamo notato in Germania e Danimarca, attraversati da tralicci di legno. La città è piena di bar, ristoranti e negozi e pullula letteralmente di gente, a piedi, in auto e in bicicletta. Soprattutto a questi ultimi occorre fare attenzione, perché sbucano da ogni angolo e, per noi che non siamo abituati, c'è il rischio di investirne qualcuno!
Il vento, però, è decisamente freddo e fastidioso, soprattutto per me e così dopo un paio d'ore di girovagare torniamo in albergo.
Day 18 - Da Malmö a Neuenstein
martedì 30 agosto 2011
Stamattina siamo partiti con vento e temperatura quasi invernale. Abbiamo riattraversato il bel ponte sull'Øresund che collega la Svezia alla Danimarca e dopo circa 155 km abbiamo preso il traghetto che da Rødby ci ha riportato a Puttgarden. Siamo arrivati all'ultima tappa del nostro incredibile viaggio alle 16:45, un hotel gestito da un signore simpaticissimo e molto accogliente nella località di Neuenstein/Gittersdorf. In serata abbiamo visitato il caratteristico paese termale Bad Hersfeld, che si trova esattamente a 6 km dal nostro albergo. È davvero carino, con le sue vie contornate dalle famose case a traliccio e da numerosi bar e ristorantini.
A proposito, in uno di questi abbiamo mangiato una fantastica Schnitzel Wiener Art, ossia una bella cotoletta tipo alla milanese, con contorno di patate fritte e insalata, il tutto corredato da un buon espresso e da due Guinness, che delizia!
Domani mattina si riparte per tornare a casa.... Ma ci siamo ripromessi di tornarci un fine settimana, tanto ormai 700 km sono una sciocchezza dopo aver superato oggi la soglia dei 9.000!
Day 19 - Da Neuenstein a Senna Comasco
mercoledì 31 agosto 2011
Oggi si torna a casa, abbiamo ben 730 km da fare, ma siamo felici delle esperienze vissute e di quello che abbiamo visto e che serberemo nel cuore.
La Norvegia è un paese fantastico, la si può amare o odiare. Per noi è stato amore a prima vista...
Km totali percorsi: 9684
Litri di benzina consumati: 599
Voto: 100 e lode
(Per altre immagini vi rimando alla gallery "Norway")